“L’autista non guida mai. Guido sempre io, è un’abitudine. Una volta, quando si andava a cavallo, si diceva ‘c’è chi preferisce stare a cassetta e chi preferisce stare in carrozza’. Io preferisco stare a cassetta”.
Ironico e fascinoso, oltre che per il suo stile, per l’amore verso la Juve, Gianni Agnelli viene ricordato per il suo grande senso dell’umorismo e per la passione che aveva nel guidare le sue auto. Vetture guidate rigorosamente da Lui, a tal punto che al suo autista Michele d’Aloia diceva sempre: “Tu stammi affianco”.
Giovanni Agnelli, “Gianni” o meglio ancora “l’Avvocato”, non commissionava su misura solo i suoi abiti ma anche le sue auto. Auto “speciali” che i dipendenti e progettisti del Reparto Esperienze Fiat, costruivano solo per Lui. Quando all’Avvocato veniva il ghiribizzo di modificarne una, il suo team procedeva così: il suo autista recepiva le fantasie dell’Avvocato, rigirava il messaggio al segretario personale di Agnelli, che a sua volta trasmetteva i desideri al responsabile dell’Autoparco.
Modelli modificati in base alle sue più sentite esigenze: dal guidare veloce, e quindi rendere un’auto più adatta al suo stile di guida, o semplicemente essere esclusivo.
Modelli come: la mitica Delta Integrale cabriolet, regina dei rally scoperta, in abito grigio e con interni e capote blu; Fiat 130 “Maremma”, shooting brake a tre porte del 1974 disegnata da “Pininfarina” in livrea Champagne; Fiat 130 “familiare” 3200, una delle “giardinetta” più stravaganti mai esistite con inserti e fascioni sulle fiancate in legno. Il tutto abbracciato dalla stupenda livrea argento. Auto che l’Avvocato utilizzava per andare a sciare a St.Mortiz dove, il cesto di vimini utilizzato come porta pacchi, ricopriva il ruolo di porta sci. Modello poi sostituito dalla Lancia Thema Sw Zagato.
Fiat Panda Rock Monetti una delle più rare in assoluto, con una carrozzeria che permetteva di renderla totalmente scoperta. 11 le Panda utilizzate dall’Avvocato per gli spostamenti all’interno delle sue residenze estive ma, a differenza della 130 familiare, non fu mai sostituita. Di fatto per celebrare l’80 esimo compleanno di Gianni, Pininfarina progettò una “Fiat Multipla spider”. Totalmente scoperta, adatta agli spostamenti nelle località marittime. Auto ispirata allo stile nautico con fiancate rigorosamente in legno, materiale utilizzato prettamente per uso nautico. Auto che purtroppo Gianni Agnelli non guidò mai.
Mitica la Ferrari F360 speedway, caratterizzata da un parabrezza diverso dalla spider in commercio, donata da Gianni a Luca Cordero di Montezemolo come regalo per le sue seconde nozze. Ultima ma non della lista, la Lancia K limousine, famosa quanto il suo possessore. Esemplare messo in vendita ma, nonostante le 26 offerte, resta invenduta per non aver raggiunto la base d’asta di 39 mila €.
Le preferite…
Tutte le auto descritte piacevano all’Avvocato, ma solo due erano tra le sue preferite. Sto parlando della mitica “Fiat 125” che, a detta di Lapo Elkann, nipote di Gianni, era quella a cui teneva di più; forse perché il primo amore non si scorda mai.
La preferita più utilizzata, invece, era l’ammiraglia di casa Fiat: Croma. Pensate che l’Avvocato ne possedeva addirittura 9, utilizzate e situate in varie parti di Italia. La consegna di queste 9 Fiat Croma, avvenne in tre periodi: 1986, 1990 e 1993. Anni che combaciano quasi con i restyling del modello. Si sa, Gianni Agnelli era sempre al passo coi tempi.
Fiat Croma molto particolari di cui una addirittura blindata, utilizzata dal figlio Edoardo, con motorizzazioni differenti rispetto a quelle in listino. In principio, le prime sei, erano tutte “Turbo i.e.”, grigio metallizzato con interni in velluto blu. Successivamente il 4 cilindri turbo 2l di cilindrata, veniva rimosso per lasciare spazio al “2.8 v6 PRV” della Lancia Thema. Propulsore che l’Avvocato preferiva in quanto era più dolce rispetto al turbo a 4 cilindri. Cambio automatico a 3 rapporti, elemento fondamentale per Gianni Agnelli per il problema alla gamba sinistra, clima automatico della Thema e sospensioni autolivellanti. Ovviamente le sue Croma erano tutte idonee a circolare su strada.
Le ultime 3 Fiat Croma, vennero consegnate nel 1993. Originariamente montavano il 2.5 v6 ma comunque sostituito con il 3.0 v6 “busso” di origine Alfa Romeo. Anch’esse con cambio automatico e con interni non in velluto ma in pelle, rigorosamente di colore blu.
Si narra poi di un altro modello utilizzato dall’avvocato ma che, ancora oggi, non se ne ha assoluta certezza. Sto parlando di un’altra auto che ha lasciato il segno: Lancia Prisma. Nata per un pubblico di provenienza agiata, la Lancia Prisma era un gradino sotto la Thema, ma a quanto pare, l’Avvocato la preferiva.
Addirittura c’è un modello in circolazione: Prisma integrale, la quale ha subito un trapianto di “cuore”. Venne trapiantato, dai “medici dell’Abarth”, il 2.0 turbo della Lancia Delta con ben 200 cv di potenza. Prodotta in solo due esemplari in una colorazione denominata “Rosso 155”, colore che caratterizzava il marchio del Biscione. Una di queste fu distrutta durante i test dall’Ing. Pianta e l’altra rimase all’Avvocato, il quale la fece riverniciare “Blu presidenziale” per renderla più sobria ed elegante.
Tante doti quante le sue auto. Doti economico-dirigenziali che hanno permesso di rendere le auto italiane, esempi esclusivi del mondo intero. Tante le case costruttrici che, in quel periodo, cercavano di copiare il mitico “made in Italy”.
Copie mal riuscite perché l’autenticità apparteneva ad un solo Uomo. Si chiamava Gianni Agnelli, l’Avvocato.
Leggi anche:
L’auto di Hitler all’Asta: la Mercedes resta invenduta