Audi, l’oscuro caso dell’ibrido

Le vetture con tecnologia ibrida godono dell’aiutino del motore elettrico per cosumare meno e soprattutto inquinare meno. Gli acquirenti, così come i produttori delle auto ibride, godono di numerosi vantaggi come il passaggio nelle zone a traffico limitato, esenzioni dal blocco del traffico, agevolazioni o annullamento della tassa di possesso della vettura. Per far si che una vettura venga considerata ibrida, è necessario che l’unità elettrica non solo dia ausilio all’unità termica, ma deve anche muovere le ruote. Sono presenti sul mercato vetture che vengono vendute e presentate come ibride ma in realtà non lo sono.

Le chiamano ibride, ma…

Un esempio è la nuova Audi A8. Il colosso di Ingolstadt potrebbe essere vittima di un caso simile allo scandalo dieselgate , in quanto spaccia un modello per ibrido ma che tecnicamente, nonostante abbia ottenuto l’omologazione, non lo è, oltre all’ammiraglia A8, Audi ha altri sei modelli presenti in listino. Le prossime A7 sportback e la nuova generazione A6, possiedono la stessa meccanica della “sorellona” mentre le più piccole A5, A4 e A4 Avant, sono spinte da un propulsore 2l turbo, 4 cilindri con potenze da 190 o 252 cv. Quest’ultime sfruttano una tecnologia più semplice rispetto a quella delle “big” la quale, per funzionare, non richiede l’intervento di una batteria secondaria da 48 volt. Nonostante ciò, l’Audi afferma che l’unità elettrica è in grado di riavviare il 4 cilindri a qualunque velocità e che il risparmio sui consumi e sulle emissioni c’è.

Si giustifica definendo questo tipo di tecnologia “MHEV” ossia ibrido leggero. Di fatto l’unità elettrica funge da motorino d’avviamento e da generatore per le batterie e, grazie a questa tecnologia, la vettura tra i 55 e i 160 km/h può procedere in modalità elettrica ma solo per 40 secondi. In realtà non procede in modalità elettrica ma per inerzia in quanto si scollega il cambio e l’unità termica si spegne.

Per gli uffici della motorizzazione tedesca, questo basta per definire questi veicoli ibridi. Classificazione molto superficiale viste le rigide normative europee. In futuro potrebbe scatenarsi un’altra pantomima, a quel punto non si tratterà più di “Dieselgate” ma di “Hybridgate“.

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