Maurizio Setti, Presidente dell’Hellas Verona ormai da quasi sei anni, risponde alle mail dei tifosi, come promesso nella lettera aperta ai tifosi pubblicata sul sito ufficiale della società la settimana scorsa. Molti i temi toccati, dagli investimenti societari ai dolorosi addii di Toni e Pazzini, passando per il delicato caso Albertazzi o per il mancato esonero dell’allenatore Pecchia.
Queste le principali dichiarazioni del Presidente Setti:
“Sono innamorato del calcio, la passione è quella che mi ha sempre contraddistinto. Sono figlio di un operaio, oggi do da mangiare a 250 famiglie, sto bene, non mi manca niente. Cambiamenti negli investimenti sul Verona? Dal mio arrivo possiamo dire che è un stato un cammino trionfale, ho preso la società in Serie B, primo anno promozione in Serie A, poi due anni facendo campionati di una certa qualità e livello”.
“Con Sogliano e Mandorlini sul campo nulla da dire, sul conto economico da c’è invece riflettere. Possiamo dire che abbiamo fatto un anno e mezzo bene, ed un altro anno e mezzo male. Nel primo dovevamo vincere e ci siamo riusciti, nel secondo siamo partiti fortissimi e a metà anno eravamo già salvi. Si vende Jorginho e penso che abbia fatto un ottimo affare il Verona, decidiamo di reinvestire subito i soldi per comprare giocatori e per fare qualcosa di ancora più importante. Ho dato il mio benestare, è vero, però a fine anno mi sono trovato che certi giocatori sono costati tanti soldi rispetto ai minuti giocati. Oggi il calcio è stabilita economica e possibilità in base alla città. Non me ne vogliate. Lo scudetto non si vincerà più a Verona e questo comporta che devi gestire un’azienda che ha profitti e ricavi. Da buon padre di famiglia, penso prima all’azienda e non al giocatore più importante o meno”.
Uno dei casi più spinosi dell’era Setti è stato l’addio di Luca Toni al termine della scorsa stagione: “Per me è come un figlio, ci faceva fare la differenza ed i suoi gol erano una manna dal cielo, un grandissimo professionista. Luca Toni non è stato allontanato, si è voluto allontanare. Per me era una grandissima risorsa, per lo più comoda anche perché mi faceva ombra visto che non è importante per apparire. Luca ha la faccia pulita e seria, perfetto. Ha grandi qualità ma deve attendere il suo momento. Nell’anno con me gli ho aperto tutte le porte per capire qual era il suo indirizzo, sapendo che non voleva fare il direttore sportivo e l’allenatore. Fusco gli ha poi detto che non poteva declinare la sua responsabilità, in ogni azienda ci sono ruoli mansioni. Luca Toni si è quindi allontanato da solo, penso l’abbia fatto d’istinto e che col tempo abbia anche pensato che si poteva fare anche in un modo diverso, ma è sempre benaccetto e gli auguro di trovare una dimensione nella sua seconda vita. Rimane un mio amico, è giovane e ha un cervello che funziona molto bene“.
Uno degli argomenti che più stanno a cuore al Presidente dell’Hellas è il caso Albertazzi: “Non ho nulla da nascondere, mai, sono sempre sereno. Albertazzi, in accordo col direttore, abbiamo deciso di farlo andare giocate, ma ha rifiutato cinque offerte importanti. L’ho chiamato e gli ho detto che sapevo che era arrabbiato perché non era stato convocato per il ritiro, ma doveva andare a giocare. Gli era stato proposto l’allungamento del contratto a cifre non certo basse per un giocatore che non giocava da due anni. La cosa che mi ha dato più fastidio è che abbia filmato conversazioni private, è una cosa indegna ed illogica. La chiamo premeditazione per cercare di andare in rottura e mi ha dato fastidio che la mia società, agli occhi dell’Italia, sia passata come quella che non vuole bene ai propri giocatori. Chi si comporta da professionista da noi ottiene un riconoscimento per com’è come persona e questo non lo posso dire per Albertazzi“.
Capitolo Pazzini: “Giampaolo è tutt’ora un giocatore del Verona. Il primo anno non stava bene ed è stato massacrato, mentre il secondo anno è stato al centro del progetto. È stato capocannoniere ed ha contribuito alla promozione. A giugno però gli stato detto che era come tutti gli altri, in Serie A ci vuole gente che corra, quindi si doveva mettere a disposizione. È cambiata l’idea di gioco. A gennaio è arrivata una proposta a Pazzini e ha preferito accettarla per andare così a giocare. Non era, come ho sentito dire, un problema di ingaggio visto che paghiamo quasi tutto noi. Il mercato di gennaio? Chi è arrivato ha caratteristiche propedeutiche che si adattano al gioco del mister. Bessa ha espresso la volontà di andare via davanti a me ed a suoi compagni, non so per quale motivo ma lo abbiamo assecondato. Zuculini è andato a giocare a casa sua, nella Juventus argentina, una possibilità importante per lui ed economica per il Verona“.
Setti difende la scelta di non esonerare l’allenatore Fabio Pecchia, nonostante la precaria condizione di classifica: “Non vedo le caratteristiche per doverlo esonerare, prendere un mister tanto per non è la soluzione. Voglio ricordare che è stato quello che ci ha portato in Serie A. Come da programma, direttamente e venire su dalla Serie B non è facile, neanche con grandi investimenti. Fabio Pecchia, oltre a essere un grande professionista, è una persona che ha in mano la squadra, il gruppo. Mi viene da ridere quando sento dire che è un allenatore che non ha i coglioni o atteggiamenti consoni. È pagato per fare l’allenatore e lo fa molto bene Sono convinto che tra cinque anni sarà un grande allenatore. Siamo a 5 punti dalla salvezza e la squadra, i giovani stanno crescendo tantissimo e si può raggiungere l’obiettivo. Anch’io col Crotone mi aspettavo una gara diversa, è vero, abbiamo perso qualche punto nel girone d’andata ma siamo lì. Non serve a nulla andare sul mercato allenatori e cambiare tanto per… Pecchia è venuto per allenare, ha il fuoco dentro ed ha rinunciato a tanti soldi quando faceva il vice a Benitez per venire a Verona. I tecnici internazionali riconoscono in Fabio grandi qualità. I problemi si risolvono se stiamo tutti dalla stessa parte“.
Sulle richiesta di maggior trasparenza sulla vicenda della proprietà della Falco Inv. Setti risponde così: “La società Falco? Questo argomento l’abbiamo già affrontato in diverse sedi. Ribadisco che il proprietario unico della società sono io, Maurizio Setti. Non vedo la diversità di avere società anche in Lussemburgo. Mi semba una cosa già detta e non capisco che differenza ci sarebbe se la Falco ci fosse o no. Nella sostanza rimane sempre un’azienda che fa parte del mio gruppo”
Battute conclusive sul settore giovanile e sul centro sportivo: “Facciamo molto investimento nel settore giovanile. L’antistadio è praticamente completato per poter fare attività per tanti ragazzi. L’obiettivo del settore giovanile non è vincere, ma deve creare giocatori che possano arrivare a giocare nell’Hellas Verona. Abbiamo tanti ragazzi e credo che sia stata una delle prime cose che ho fatto, ovvero di dare importanza al settore giovanile. Il centro sportivo è la cosa più importante. A dicembre abbiamo ripresentato tutta la documentazione e stiamo attendendo di ricevere dal Comune la possibilità di andare a discutere con loro. Il problema stadio ce l’hanno la maggior parte della società, anche se vedo, per una società come la nostra, un investimento molto, ma molto difficile. Eventuali acquirenti? Il calcio lo faccio per passione, un impegno molto grosso e con tante responsabilità. Mai nessuno si è avvicinato. Io sono qui, a disposizione. L’Hellas Verona è un bene personale e nessuno vuole il suo male. Sarei orgoglioso se qualcuno volesse venire a darmi una mano“.
“In una società i percorsi li costruisci sul fatturato. Molto presto inviterò tutti i giornalisti a fare qualsiasi tipo di domanda. Verona Col Cuore li abbiamo invitati ma non avevano tempo, rinnoviamo l’invito per ulteriori delucidazioni sulle delucidazioni dei bilanci. Chiudo dicendo stiamo uniti, forza Hellas e facciamo le cose come vanno fatte“.
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