In attesa dell’incontro previsto per giovedì 28 maggio, dal quale uscirà la data ufficiale della ripartenza dei professionisti, è importante far chiarezza sulla tanto discussa riforma dei campionati, per molti addetti ai lavori indispensabile in questa situazione di emergenza. Tramite il consueto editoriale su TMW, il Direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello, ha svelato tutti i dettagli della “rivoluzione” del calcio italiano, voluta fortemente da Gravina, Balata e Sibilia.
“Alla Lega Serie A non cambierebbe nulla – precisa Criscitiello –. Il colpo lo farebbe Balata. Serie B a due gironi. 20 squadre per ogni girone. Promossa la prima di ogni singolo girone e la terza uscirebbe dal play-off tra i due gironi. 6 retrocessioni. Le ultime tre dei due gironi.
Hanno trovato anche l’accordo sulla spartizione dei diritti televisivi. La quota che oggi va alla C andrebbe alla Serie B. Oggi, – si legge nell’editoriale – la Lega di Balata prende il 6% dai diritti Tv della Serie A, con la riforma andrebbe a prendere il 10%. Ai club che sono già in B spetterebbe il 6%, i club che arrivassero in B attraverso la riforma (promosse escluse) si dovrebbero ‘accontentare’ del 4% dei diritti Tv della Serie A. Aumenterebbe anche la percentuale per il voto in Federazione per la Lega di A, la Lega di B e la LND.
Un’altra Lega a trionfare, in questa riforma, sarebbe proprio quella di Cosimo Sibilia che andrebbe a prendersi due categorie sotto il cappello, comodo, dei dilettanti. La terza serie e la serie D. Terza serie composta da 60 società. 3 gironi da 20, con 40 squadre che oggi sono in Lega Pro (da trasformare in società non a scopo di lucro) e che resterebbero fuori dalle 20 promosse in B, più le 9 già promosse dalla D e altre 11 che arriverebbero sempre dalla Serie D e scelte, giustamente, per merito sportivo come ha sempre privilegiato il duo Sibilia-Barbiero.
Coerenza e merito sportivo alla base della riforma. Poi ci dovranno essere gli impianti adatti, almeno 1.500 posti, settore ospiti da 500 posti con seggiolini e impianti di illuminazione a norma. La prima di ogni girone andrebbe in B più la vincitrice del play-off di ogni singolo girone. 6 promosse dalla terza serie alla B. 9 retrocessioni in quarta serie. Le ultime 3 di ogni girone. La serie D resterebbe a 9 gironi (da 18) ed ecco che le 4 retrocesse salverebbero la quarta serie. Una riforma utile a tutti. Alle tasche delle Leghe e dei club soprattutto. Zero ricorsi e finalmente solo 60 società professionistiche. Sarebbe la svolta che aspettiamo da 10 anni.”
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