13 punti in 21 partite. 8 sconfitte interne in 11 gare. 18 gol fatti e 44 subiti. Penultimo posto in classifica e salvezza a 6 punti. Ma i numeri da soli non bastano a spiegare l’attuale situazione di un Verona sempre più allo sbando, in grado di essere umiliato dal non certo irresistibile Crotone davanti ai propri tifosi.
Quella di ieri era la partita più importante della stagione, una gara da vincere a tutti i costi per classifica e morale, una gara da vincere per compattare l’ambiente attorno alla squadra. Ma il Verona sbaglia clamorosamente approccio, dimostrando ancora una volta di essere una squadra con pochi giocatori di categoria e di personalità. Il gol a freddo di Barberis su calcio di punizione sorprende gli uomini di Pecchia, che fanno troppo poco per rimettere in piedi la gara, pur avendo due grandi occasioni con Caracciolo e Romulo.
Ma ad inizio ripresa arriva il colpo del ko: Ricci, assolutamente incontrastato, serve Stoian in area, il quale approfitta dell’errato posizionamento della difesa gialloblu per battere Nicolas. Il Verona perde la testa e Bruno Zuculini, ancora una volta, si fa cacciare per un’entrataccia folle quanto inutile a centrocampo. Il tris di Ricci è una naturale conseguenza.
Ora tutta la pressione è sul Presidente Setti. Il DS Fusco ha detto che la società stava valutando il futuro del tecnico e che sarebbero state prese decisioni nel giro il 24 ore. Mai come in questo momento Setti sta pensando ad un cambio in panchina, ma ad opporsi sembrerebbe essere proprio il Direttore Sportivo Fusco, che in tutti questi mesi ha difeso a spada tratta il lavoro del tecnico di Formia.
Aspettare ormai non serve più a nulla. Troppo tempo è già stato perso. Lo chiede la classifica, prima che sia troppo tardi, lo chiede la storia del Verona, che merita di diritto la Serie A, lo meritano, soprattutto, i tifosi, vero unico patrimonio di questa società sempre più allo sbando. Due anni fa Setti si rammaricò di aver cambiato Mandorlini troppo tardi. La speranza è che non si commetta lo stesso errore. La salvezza è ancora raggiungibile, ma si sta pericolosamente allontanando. E il calendario non è di certo il principale alleato dell’Hellas.
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