I microfoni di Giugliano YSport hanno intercettato l’ex calciatore del Giugliano, nonché uno stimatissimo tifoso storico, Nunzio di Marino.
Di seguito vi proponiamo il racconto-intervista (integrale) di Antonio Trametta, un racconto emozionante e stupendo che troverete anche sulla pagina Facebook “Giugliano YSport”dove l’autore sta portando avanti la rubrica “Com’è nata la mia passione per il Giugliano Calcio“.
La passione di Nunzio per il Giugliano ha inizio sin da bambino, dal luogo di nascita, quel vicolo giuglianese dove giocava a pallone e palleggiava di testa per ore intere. Lì, sempre, in quel vicolo gli insegnarono a calciare di destro e di sinistro, legando il pallone ad una corda che dondolava, e proprio grazie a questo allenamento Nunzio pur essendo destro, calciava sempre con il mancino.
Un fattore importante che lo ha portato ad essere tifoso del calcio prima di tutto, è stato il cosiddetto “fattore casa”: infatti Nunzio ha avuto la fortuna che tutte le case dove ha abitato si sono trovate sempre vicino agli stadi: il vecchio stadio del Giugliano, il primo De Cristofaro; il nuovo De Cristofaro ora in fase di costruzione; e lo stadio di Grosseto durante il suo periodo di permanenza in Toscana. Grazie anche a questa vicinanza, Di Marino riuscì ad assistere dal balcone di casa sua ad un match a cui prese parte anche l’essenza del calcio, quel Diego Armando Maradona che tutti i giuglianesi ancora vanno fieri di aver avuto come ospite nel loro stadio. Ma soprattutto, sempre grazie a quella casa di fronte allo stadio, Nunzio riuscì a seguire tutte le partite degli anni d’oro del Giugliano in C2 con i vari Migliaccio, Corona, Sergio Galdini (paragonato allo stile di Rivera), Romondini (paragonato allo stile di Totti) e Antonio di Nardo.
All’età di 13 anni Nunzio Di Marino inizia a giocare con una squadra appena nata, chiamata “La Speranza” che poi divenne la “De Cristofaro” come ci precisa egli stesso. Un anno dopo va a giocare in seconda categoria, e la De Cristofaro si fonde con il Giugliano Calcio in Promozione. È così che inizia la sua avventura negli allievi del Giugliano, fino ad arrivare alla Juniores. Una squadra molto forte, con ragazzi molto dotati tecnicamente, che vincevano numerosi campionati ma protagonisti di tante finali perse, perché così volevano delle “forze esterne” (almeno a detta sua) contro squadre tipo Bagnolese, Posillipo, Napoli.
Grazie alla Juniores e alle sue qualità, Nunzio di Marino venne promosso in prima squadra all’età di 17 anni, andando a giocare così con il “suo” Giugliano campionati di Promozione e Eccellenza. Successivamente si trasferisce a Villaricca, in una squadra di prima categoria, dove ha l’onore di stare agli ordini di mister Cannelli, ex giocatore del Giugliano degli anni ’30, conosciuto come “il capitano” ma lì è solo di passaggio perché dopo poco ripassa nuovamente alla De Cristofaro dove resta per qualche anno, prima di approdare in una squadra di Chiaiano alla corte di mister Lanzaro, un suo vecchio conoscente.
Quella fu una delle ultime avventure di Nunzio, prima che si verificasse un episodio orrendo: aveva 27 anni, già sposato con due figli, quando in una partita contro il Qualiano, giocata fuori casa, un giocatore avversario gli ruppe tibia e perone, per quella che è stata la vendetta del loro allenatore, con cui Nunzio ebbe una discussione ai tempi del Giugliano, quando aveva solo 17 anni mentre questo personaggio che teniamo sconosciuto ne aveva 34. Dopo questo brutto episodio Nunzio rimase fermo per un anno che dedicò alla riabilitazione e alla famiglia, per poi giocare solo a livello amatoriale, vincendo 2 tornei “Città di Giugliano” (’72-’73; ’73-’74) e smettendo solo qualche anno fa, pur avendo 67 anni.
Nonostante l’età sopra indicata Nunzio resta un fan accanito della squadra, perché come ci precisa, ha il sangue gialloblè e non riesce a smettere di seguire la squadra. Ha partecipato alla trasferta di Ischia, contro il Real Forio di qualche settimana fa, e non c’è partita in casa a cui manchi. Il Giugliano per Nunzio è una fede che non si può abbandonare, neanche per l’età. Ma nonostante questa fede, Nunzio resta un tifoso sportivo, a cui piace il calcio, e che sa riconoscere anche una sconfitta meritata, e il suo sogno sarebbe quello di un calcio simile alla sua mentalità, con il risultato che sia conseguenza di un bel calcio.
Essendo del ’50, Di Marino ha solo sfiorato gli anni della grande leggenda del Giugliano Alberto de Cristofaro, ma purtroppo non è riuscito a viverli, e si è dovuto limitare ai racconti di suo padre e a leggerlo sui libri. Uno di preciso ha sorpreso il nostro Nunzio: “85 anni di calcio a Giugliano” di Paolo Buonanno, un libro a cui teneva tantissimo, che mise in mostra nel suo bar, ma che qualcuno ha preso senza mai restituirlo.
La speranza di Nunzio è la speranza di tutti noi, una risistemazione della squadra, con qualche risultato, senza polemica nei confronti di nessuno, visto già l’ottimo lavoro fatto dal presidente Salvatore Sestile, una bravissima persona che è riuscito a portare di nuovo i giuglianesi allo stadio.
Nunzio di Marino è stato un grande calciatore, è una persona stupenda e da stimare, ed è un grandissimo tifoso, che nonostante le mille problematiche a cui è andata incontro la sua squadra del cuore, lui è sempre stato lì, pronto a sostenerla, senza mai mollare.
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