Cosa significa essere un tifoso dell’Hellas Verona: il racconto di Nicola

Più volte nel corso della mia vita mi è stata posta questa fatidica domanda: “Perché tifi per l’Hellas Verona?“. La risposta a questo banale quesito è tutt’altro che scontata, poiché sarebbe come spiegare il perché vuoi bene alla tua mamma o al tuo papà.

La mia storia è più complessa di quella di tutti gli altri tifosi del Verona, poiché io non sono veronese di nascita e con Verona non ci avrei dovuto avere niente a che fare, né per parentele, né per amicizie. L’anno di svolta di questa storia è il 1984, quando un giovane veneziano di leva viene trasferito a Verona per il servizio militare obbligatorio e si innamora perdutamente. Non di una donna, ma bensì di una squadra, di un popolo, di un tempio. Quel giovane veneziano era mio padre, rapito inesorabilmente da un’annata magica che ha portato l’Hellas sul tetto d’Italia.

Come molto spesso accade la passione per la squadra di calcio viene tramandata di padre in figlio, e così è stato anche per me. Ricordo ancora la prima volta che mio padre mi portò allo stadio: era il 30 aprile del 2000, avevo sei anni e al Bentegodi si giocava Verona-Juventus. Quel Verona, il grande Verona di Prandelli e di Frey, di Laursen e di Cammarata, di Savetti e di Adailton, mi catturò e mi cambiò l’esistenza.

Tifare Hellas non è come tifare Milan, Inter o Juventus. Tifare Hellas significa sofferenza. Tifare Hellas significa dolore. Tifare Hellas significa fallimento. Tifare Hellas non è semplice. Ma tifare Hellas significa anche Fenice, significa poesia della resurrezione.

Sebbene sia una piazza che vive di calcio e con un passato glorioso, a Verona non si chiede lo scudetto o la Champions League. A Verona si chiede di sputare sangue per la maglia, di onorarla sempre. Perché a Verona si è capaci di applaudire in 25.000 una squadra appena retrocessa in Serie C dopo 64 anni, tra le lacrime ovviamente. Perché a Verona si è capaci di festeggiare una drammatica salvezza dalla C2 come uno scudetto.

Da quando seguo il Verona ho vissuto più dolori che gioie, costellati da anni nefasti di Serie B e Lega Pro, più che di Serie A. Ma una cosa mi è apparsa subito chiara: il tifoso dell’Hellas c’è sempre, non tradisce, non segue solo la Serie A. Che sia Juventus o Real Marcianise lui c’è sempre. Noi ci siamo sempre. Questa caratteristica ormai rara ci contraddistingue da tante altre tifoserie, ed è questo il motivo per cui tifo Hellas. Non importa dove, l’importante è che ci sia.

Nicola Marinello

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