Ancora una volta lo zero. Zero come i punti portati a casa dall’Olimpico, zero come i gol messi a segno nelle ultime tre domeniche, zero come i tiri in porta delle ultime tre partite. Dati e numeri inquietanti quelli che stanno accompagnando il campionato di un Verona sempre meno in grado di reagire agli eventi.
La partita di ieri contro la Lazio ha evidenziato, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, i limiti tecnici, tattici e carismatici di una squadra che non tira nello specchio della porta degli avversari da oltre trecento minuti. Se poi ci aggiungiamo la scelta tattica di Pecchia di schierare il suo Hellas con la difesa a 3, per poi ritornare sui propri passi dopo circa un quarto d’ora ritornando al consueto 4-2-3-1, ritrovandosi con con Caracciolo fuori ruolo e con due centrali mancini, ecco che la frittata è fatta.
Il risultato finale di 2-0 è in gran parte merito delle parate di Nicolas e demerito degli avanti biancocelesti che, soprattutto durante la prima frazione di gioco, hanno sbagliato l’impossibile. Alla fine del match i numeri parlano chiaro: ventisette tiri in porta per gli uomini di Inzaghi, zero per quelli di Pecchia.
Il tiro al bersaglio di ieri, come tra l’altro quello di domenica scorsa, non fanno altro che affossare le speranze di chi, imperterrito, ancora crede al miracolo della salvezza. A dir la verità qualche motivo di speranza ci sarebbe, come un calendario un po’ più in “discesa” e l’andamento non certo esaltante delle concorrenti. Ma queste sono speranze forse vane, inutile, che lasciano il tempo che trovano. Ma a qualcosa bisognerà pur aggrapparsi.
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