Senza dignità, senza onore, senza tutto. Nella partita più importante, il Verona di Fabio Pecchia offre una prestazione a dir poco indecorosa a Benevento, uscendo sconfitto per 3 reti a 0 contro una squadra che nelle precedenti 29 giornate di campionato aveva collezionato la “bellezza” di 10 punti.
Della partita c’è poco da dire: il Benevento ha dominato dal primo all’ultimo minuto, e avrebbe meritato un risultato ben più rotondo del 3-0 finale, scontratosi più volte sui guantoni di Silvestri, unico gialloblu ad uscire a testa alta dal “Vigorito”.
Una prestazione incommentabile nella partita che avrebbe potuto far rientrare il Verona prepotentemente nella bagarre salvezza. Ma com’è possibile? Come si spiega un atteggiamento simile in una partita da vincere a tutti i costi? Qualcuno dovrà dare delle risposte esaustive.
Guardando la classifica la situazione non appare così drammatica, con l’Hellas a 4 punti dalla salvezza e con quasi tutti gli scontri diretti ancora da giocare, di cui la maggior parte al “Bentegodi”. Ma la partita di ieri non può non lasciare strascichi mentali importanti, perché sono mancati i fondamentali necessari ad una squadra che lotta per salvarsi: voglia di lottare e di sacrificarsi. Ad oggi la permanenza in Serie A è ben più distante di quanto non dica la classifica.
Intanto una prima risposta ieri è arrivata: il Direttore Sportivo Fusco si è dimesso. L’ex dirigente di Bologna e Napoli ha comunicato al Presidente Setti la sua decisione irrevocabile, assumendosi tutta la responsabilità per la scelta di giocatori e staff tecnico. Un atto di dignità di un DS mai amato dalla città scaligera, che ha considerato troppo importanti le proprie responsabilità sulla disastrosa situazione in cui versa l’Hellas Verona.
Che qualcun altro prenda esempio…
Leggi anche:
Benevento-Verona 3-0, le dimissioni del ds Fusco: “Decisione irrevocabile”
Pecchia a rischio esonero dopo la debacle di Benevento
Le pagelle di Benevento-Verona: i Voti ai Gialloblu
