Analisi Benevento-Salernitana 4-0: “i tuoi quattro assi, di un colore solo”

“O ancora i tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi…”, cantava il maestro De Gregori nella sua Rimmel del 1975. Quattro assi, di un colore, perché giallorosso è un’unione che a casa delle streghe significa passione, lotta e voglia di vincere, ieri più che mai. Quattro assi che il Benevento ha giocato davvero come voleva, per sbancare il “tavolo verde” del Vigorito. È la fotografia perfetta di un Benevento-Salernitana terminato 4-0, che dopo trentatré anni fa brillare gli occhi ai sanniti.

C’è poco da nascondere dopo questa vittoria sonora e meritata: la squadra di Bucchi sfoggia la miglior prestazione dell’anno, annichilisce una Salernitana che a lunghi tratti è sembrata impotente di fronte alla compattezza e alla forza dei giallorossi. Il Benevento ha saputo colpire quando doveva, ha saputo gestire quando doveva, ha saputo soffrire (pochi minuti del secondo tempo) quando doveva, ha calato il poker tramortendo gli avversari e regalando spettacolo.

Davvero, trovare qualcosa riuscito male al Benevento è impresa stoica, forse volontà di andare a trovare peli nell’uovo, il cui tuorlo è pero talmente luminoso e appariscente che sarebbe quasi fuori luogo andare a sottolinearli.

Segnale tangibile dato ad un campionato che vede il Benevento momentaneamente al secondo posto, nonostante una partita in meno giocata, 7 punti e 10 gol fatti (più di 3 a partita). Numeri spaventosi di una formazione che dopo l’inizio altalenante col Lecce e dopo la vittoria non semplice sul campo del Venezia, stravince con netta superiorità un derby che spesso si era invece mostrato ostico.

Un crescendo evidente, in cui il Benevento sta oleando al meglio i meccanismi offensivi, già  fluidissimi nel momento in cui viene ad aprirsi la partita, leggermente meno quando c’è da sbloccare il risultato ma che grazie a qualità di gioco e manovra avvolgente riesce lentamente a scardinare quelle difese chiuse a riccio che quest’anno spesso si mostreranno ai giallorossi.

Un crescendo, che in maniera esponenziale abbiamo potuto ammirare anche nella gestione della partita e nell’equilibrio. Per la prima volta la strega è rimasta compatta per tutta la durata della gara, eccezion fatta per i primi 10 minuti della ripresa dove andava contenuto l’impeto di una Salernitana che fin lì aveva davvero fatto il solletico e che ha provato ad alzare un po’ i ritmi per raddrizzare la gara. Di fatto però, non si hanno memoria di azioni pericolose vere dei granata.

Bucchi schiera la stessa formazione vittoriosa a Venezia, 4-3-3 con Puggioni fra i pali, Letizia, Volta, Billong e Maggio in difesa, Viola in cabina di regia coadiuvato da Bandinelli e Tello; In attacco spazio al tridente Ricci-Coda-Improta.

Prima fase di studio. Il Benevento prende subito in mano il pallino del gioco cercando di allargare le maglie di una Salernitana che si dispone completamente dietro la linea del pallone, con un 5-3-2 ordinato e difficile da scardinare. Per quasi mezz’ora la strega gestisce palla, creando tanto volume di gioco, ma mai risultando davvero pericolosa. La svolta alla mezz’ora; Cross al bacio di Viola su schema da calcio d’angolo, Maggio sfugge alla marcatura distratta di Casasola e in corsa incrocia di testa alle spalle di un incolpevole Micai. Esplode il Vigorito, primo “inchino” di capitan Maggio ai tifosi giallorossi.

Il Benevento continua ad alimentare la propria mole di gioco e poco più tardi crea anche i presupposti per andare sul 2-0: Improta raccoglie un pallone vagante in piena area, Gigliotti interviene da dietro colpendolo sulla caviglia. Improta non cade subito, ma solo in un secondo momento, situazione che probabilmente induce l’arbitro all’errore e a lasciar proseguire.

Secondo tempo che si apre con un mini forcing da parte della Salernitana, che però non si rende mai davvero pericolosa. Dopo i primi minuti di assestamento, un Benevento compatto regge l’urto, gestisce il possesso e al 74’ sferra il colpo letale. Contropiede da manuale dagli sviluppi di un calcio d’angolo per i granata; Insigne, che ha sostituito Ricci,  raccoglie la respinta di testa di Billong e appoggia a Viola che a sua volta la ripropone all’esterno napoletano. Insigne alza lo sguardo e vede l’inserimento centrale a tutta velocità di Improta che servito, sfodera un prelibatissimo esterno destro che aggira Micai sul primo palo e termina in rete. È apoteosi giallorossa.

Qui, in pratica, termina la gara. La Salernitana sparisce e rimane il Benevento a dare spettacolo. Del Pinto, subentrato a Bandinelli, vede un corridoio libero e innesca Improta (che in precedenza aveva colpito una clamorosa traversa), cross al bacio per Insigne che di testa firma il 3-0.

Allo stadio rimbomba già ormai il famoso “Che vinca o che perda”, la festa è inziata, ma il Benevento regala ancora un ultima gioia al proprio pubblico; percussione di Improta, palla respinta su cui si avventa Tello, autore di una prestazione sontuosa in mezzo al campo, migliore insieme a Letizia, che prima cerca la realizzazione di punta e poi sulla respinta serve di testa il solo Asensio che mette in rete. 4-0 è finita.

Un trionfo netto, una superiorità meritatamente certificata da una vittoria che dà carica a squadra e città. L’ambiente è euforico e la dimostrazione di forza offerta ieri aumenta le aspettative di una tifoseria il cui entusiasmo già era alle stelle. Bisogna rimanere però con i piedi per terra. Umiltà, spirito di sacrificio e fiducia nei propri mezzi. Il Benevento è una squadra forte, costruita per lottare per le posizione di vertice, ma mai deve abbandonare quella determinazione e quella consapevolezza che il campionato di B rivela sorprese ogni momento e che nessun avversario le regalerà mai niente.

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