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Analisi Atalanta-Parma 3-0: i difensori goleador scacciano la crisi, crisi Gomez

Non è crudo, è di Parma. Anzi no, non è di Parma, è di Bergamo”. Al di là dei gusti culinari che potrebbero stuzzicare l’appetito ad alcuni lettori, c’è chi tra prosciutti e specialità emiliane si dimostra buono e appetibile in campo. L’Atalanta batte il Parma uscendo definitivamente dalla crisi grazie al suo bel gioco, alla sua aggressività e alla sua freddezza sotto porta, indipendentemente dal ruolo. Una partita dominata dai nerazzurri, come testimonia il 3-0 finale: segnano i difensori, ma importa poco, e così si agguanta la seconda vittoria consecutiva per risalire la classifica. Tanti punti su cui fare affidamento tra conferme e sorprese, nonostante qualche neo. Ma come sempre non perdiamoci in chiacchiere e analizziamo i punti positivi (l’azzurro) e negativi (il nero) di Atalanta-Parma.

L’AZZURRO DI ATALANTA-PARMA

JOJO D’ANNUNZIANO – Dal suo ritorno contro il Chievo Verona, Ilicic è stato determinante nella partita di ieri; ha dato quella qualità in più che serviva in attacco e vederlo giocare è come leggere un’opera di D’Annunzio: una poesia che chiama al piacere. Il piacere che passa attraverso la corsa, i dribbling, la fame, ma soprattutto i suoi tiri meravigliosi al limite dell’area di rigore. Contro i crociati il numero 72 atalantino ha tentato più volte la via del gol, ma nonostante la mancata marcatura ha prodotto un assist per il terzo gol di Mancini e ha disputato una grande partita. È inutile piangere sul latte versato, ma senza quel problema batterico l’Atalanta avrebbe più punti in classifica; l’inizio della risalita è soprattutto merito suo.

ROBIN NON “ESTERNO” AL MECCANISMO – Quanto sta crescendo Gosens? Contro i crociati ha dimostrato di essere l’esterno sinistro ideale per l’Atalanta. La sua conferma (ma soprattutto crescita) passa attraverso la sua velocità, i suoi dribbling decisivi, i suoi passaggi perfetti, ma soprattutto i suoi traversoni quasi sempre precisi: molte volte indirizzati verso la testa degli attaccanti nerazzurri, altre volte sono dei tiri cross che impegnano il portiere e in certi casi prova dei passaggi rasoterra. I tempi dell’esterno un po’ impacciato e misterioso sono solo un lontano ricordo: il ragazzo si è ripreso ed è pronto a stupire tutti quanti.

LO SCERIFFO ARGENTINO DIVENTATO VICE MINISTRO DELLA DIFESA – Quando sei alla ricerca del vice-Caldara, ma ti accorgi di averlo già in squadra. Il sostituto si chiama Josè Palomino: lo sceriffo argentino che dopo l’infortunio di Masiello diventa un autentico ministro della difesa. Quanta grinta ha il ragazzo: ottima marcatura, grande anticipazione e sempre pronto a dare una mano anche in fase d’attacco. Già l’anno scorso aveva dimostrato una grande compattezza difensiva, ma quest’anno è cresciuto tantissimo. Il problema in difesa è stato risolto e il numero 6 atalantino è decisivo anche sui calci piazzati: che sia di testa o di piede; proprio come quello messo a segno contro il Parma per il momentaneo 2-0 nerazzurro.

LO SVIZZERO PRECISO E L’OLANDESE AFFAMATO – Anche il centrocampo ha disputato un grande match contro il Parma; in particolar modo Freuler e De Roon. Il primo si dimostra preciso in mediana: costruisce, recupera palloni e si dimostra utile anche in attacco; per l’olandese volante sono finiti gli aggettivi: rappresenta l’atalantinità fatta a persona, e contro il Parma non solo combatte come un leone, ma a fine partita fa il suo solito giro di campo: a dimostrazione di quanto ci tiene alla maglia nerazzurra.

IL NERO DI ATALANTA-PARMA

CAPITOLO PAPU GOMEZ – La poca incisività di Gomez nel suo nuovo ruolo è abbastanza evidente: prestazione sufficiente, ma è chiaro che ci si aspettava di più. L’argentino da trequartista non rende come sulla sinistra; si dimostra macchinoso e soprattutto tende quasi sempre a saltare l’uomo, e di conseguenze perdendo anche il pallone, contando che allo stesso tempo è imprevedibile rispetto a prima. Certo, siamo ancora all’inizio, e ha tutto il tempo per riuscire ad amalgamare, ma contro il Parma ha commesso errori non da lui: urge immediato riscatto.

LA POCA INCISIVITA’ DI BARROW – Quando un giocatore non ha le caratteristiche giuste per un determinato meccanismo è inutile continuare ad insistere. La prestazione di Musa Barrow è stata praticamente insufficiente: buono nelle corse, pessimo quando si tratta di altruismo, controllo di palla e occasioni da rete. Quando aveva la palla tra i piedi voleva fare sempre tutto da solo ignorando i suoi compagni di squadra, ha sprecato alcune occasioni da rete. Inoltre, non è riuscito ad azzeccare neanche un cross: ciò sottolinea come il suo fisico risenta molto i contrasti e gli attacchi avversari. Come citato più volte questa stagione, il gambiano non è ancora pronto per fare il titolare; non si discutono le potenzialità, ma è chiaro che per arrivare a certi livelli il numero 99 atalantino dovrà lavorare tantissimo.