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“Atalanta, parti male ma finisci bene”: le 5 annate top con falsa partenza

Una vittoria, tre pareggi e tre sconfitte. Questi sono i numeri dell’Atalanta dopo sette giornate di campionato. Numeri che vedono la Dea sedicesima in classifica, di poco sopra la linea “rossa” della classifica e ben al di sotto delle aspettative visto il mercato fatto in estate. I nerazzurri sono partiti bene con 4 punti in due gare, ma dopo l’eliminazione dall’Europa League contro il Copenaghen la squadra ha subito un calo abbastanza evidente.

Certo, non è il massimo, ma una partenza non fa la stagione. In quasi 111 anni di Atalanta, come in ogni squadra di calcio, capitano delle annate inizialmente “storte”, ma finite bene. La baracca può ancora essere risollevata. Riavvolgiamo il nastro e andiamo a rispolverare una “Top 5” delle annate nerazzurre più belle, con tanto di falsa partenza.

TOP 5 ANNATE DELL’ATALANTA: LE FALSE PARTENZE

UN’ANNATA STILE GUIDOLIN STRAVOLTA DALLA RIVOLUZIONE (2016/17) – Il primo anno di Gasperini; quarto posto, sono esplosi molti giovani del vivaio nerazzurro e un calcio puntato ad attaccare: tutto molto bello. Ma la partenza? Partenza assolutamente disastrosa: 3 punti in 5 giornate, sei gol fatti, ma ben 11 subiti; con una squadra puntata ad attaccare, ma senza una vera e propria logica in campo. Le cose cambiano verso la settima giornata quando il mister di Grugliasco buttò in campo gente giovane come Gagliardini, Caldara, Kessiè, Conti e Petagna; grazie a questa rivoluzione i nerazzurri risalgono la classifica e sappiamo tutti com’è andata a finire.

QUANDO IL CANNONIERE NON BASTA (1996/97) – L’annata dell’esplosione di Inzaghi, degli architetti Fabio Gallo e Marco Sgrò, e la fantasia di Gianluigi Lentini e Domenico Morfeo. Ma la stagione iniziò così bene? Non proprio. Quella annata non trovò subito la retta via: solo due punti conquistati in sei turni, con cinque gol fatti e quattordici subiti. Nonostante le reti di Inzaghi, l’Atalanta accusò problemi in difesa: per esempio gli infortuni di Carrera, Rustico e Carbone. La squadra si riprese alla settima giornata con una vittoria contro la Lazio, collezionando addirittura dieci risultati utili consecutivi a partire dalla decima giornata. La Dea, negli ultimi turni di campionato, cala di rendimento chiudendo al decimo posto con 44 punti in classifica.

IL MERCATO DELLE ILLUSIONI (2001/02) – La stagione che portò Cristiano Doni ai Mondiali segnata da una falsa partenza. Nonostante gli acquisti di Comandini e Saudati, la squadra non trova non solo i punti, ma anche gioco e gol: nelle prime 3 giornate i nerazzurri subiscono 6 gol segnandone solo uno, ma dalla quarta alla settima giornata l’Atalanta subisce dieci gol tra il famoso 3-3 contro il Brescia, il 2-0 in casa della Lazio e la sconfitta interna per 1-5 contro l’Udinese. Sconfitta che accese la contestazione. Da lì in poi, la squadra comincia a vincere e a conquistare punti, soprattutto grazie alle prodezze di Cristiano Doni che segnerà 16 gol, procurandogli una convocazione in Nazionale per i Mondiali in Corea. L’Atalanta termina la stagione con un nono posto con 45 punti.

IMPOTENTI FUORI DAL COMUNALE (1992/93) – Rispetto alle due stagioni citate precedentemente, questo inizio di stagione rispecchierà il punto debole della compagine nerazzurra: il fattore campo. Nelle prime sette giornate di campionato, l’Atalanta gioca tre partite in casa e quattro in trasferta: al Comunale, la Dea conquista due vittorie e un pareggio, ma fuori casa colleziona solo sconfitte subendo dieci gol. Nelle settimane successive, la squadra cresce e comincia a far bene anche lontano da Bergamo. Purtroppo, i troppi punti persi in trasferta nel girone di ritorno spezzano i sogni europei dell’Atalanta, fuori dalla zona Uefa per un solo punto: ottavo posto con 36 punti.

4-4-CAOS, IL MODULO DELLA DEA RIMANE UN MISTERO (2013/14) – L’anno delle sei vittorie consecutive, l’ultimo anno di Bonaventura all’Atalanta, ma si parte male. Perché 4-4-caos? Perché quell’anno Colantuono tentò di stravolgere la sua Atalanta facendola passare dal classico 4-4-1-1 al 4-3-3. Scelta azzardata. Scelta che determinerà una falsa partenza nelle prime cinque giornate: una vittoria e quattro sconfitte, con tanto di squadra a ridosso della zona retrocessione. Colantuono torna alle origini con il suo modulo di partenza, e i risultati arrivano: tre successi consecutivi, rendimento in casa quasi perfetto con qualche punticino rosicchiato in trasferta. Dopo le sei vittorie di fila contro Chievo, Inter, Lazio, Livorno, Bologna e Sampdoria, l’Atalanta è in corsa per qualificarsi in Europa League, ma la squadra cala di rendimento, terminando all’undicesimo posto con 50 punti.

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