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Analisi Fiorentina-Atalanta 2-0: beffati da Chiesa, urge riscatto immediato

La sconfitta contro la Fiorentina fa ancora male in casa Atalanta; dai tifosi fino ad arrivare al mister e alla società. Ma aldilà degli episodi che hanno condizionato l’andamento del match, come si è approcciata la Dea e cosa ha sbagliato? Non perdiamoci in chiacchiere e mettiamo in evidenza gli aspetti positivi (l’azzurro) e quelli negativi (il nero) del match di ieri sera contro il Torino.

L’AZZURRO DI FIORENTINA-ATALANTA

PARTITA GIOCATA ALLA PARI – La gara giocata contro la Fiorentina è stata preparata abbastanza bene sotto l’aspetto dell’aggressività: la squadra ha attaccato senza subire totalmente i padroni di casa. I nerazzurri sono stati sempre in partita non concedendo quasi niente ai viola escludendo l’episodio del rigore e la punizione nel finale. È stato svolto un ottimo lavoro anche in fase difensiva: in particolar modo Palomino che combatte come un guerriero bloccando Simeone. Buone anche le prestazioni di Freuler e De Roon a centrocampo tra pressing ed inserimenti in attacco (in particolar modo lo Svizzero). Rigoni da subentrato ha fatto quello che poteva, e Papu Gomez, aldilà di alcune imprecisioni che verranno citate in seguito, ha messo non poca difficoltà ai difensori viola; Zapata ha usufruito ancora del suo fisico per farsi spazio e per creare qualche occasione. Episodio di rigore a parte, e alcune lacune sotto il profilo tecnico, i bergamaschi sono in forma e ci hanno messo la grinta; sperando contro la Sampdoria in casa di ritrovare quella vittoria che manca dalla prima giornata.

IL NERO DI FIORENTINA-ATALANTA

FATTORE ESTERNI E TRAVERSONI – Per tutta la partita i nerazzurri hanno attaccato usufruendo più volte le fasce laterali, ma gli esterni non sono stati all’altezza: Castagne sulla sinistra non rende come a destra e Hateboer non ha reso in fase di rimpiego. Per non parlare dei traversoni: troppo imprecisi e facilmente intercettabili dai difensori della Fiorentina. Le cose sono leggermente migliorate con l’ingresso di Rigoni, ma non è bastato.

LA PARTITA DI PAPU GOMEZ – E’ stato uno dei migliori in campo, ma ancora una volta decide di fare tutto da solo. Quando ha la palla tra i piedi non intende passarla a nessuno; andando sempre alla conclusione (soprattutto quando non serve). Tanto per fare un esempio: nel primo tempo si era liberato bene sulla destra, poteva passare il pallone a Freuler che era smarcato, e invece ha deciso di andare al tiro buttando all’aria una ghiotta occasione. Certo, Papu ha le caratteristiche può andare più volte all’uno contro uno, ma esagerare così non fa bene ne a lui ne alla squadra.

MANCA ANCORA LA VITTORIA – Ancora una volta l’Atalanta non ritrova più la vittoria. Sei punti in sette partite sono troppo pochi per le ambizioni che ha la Dea. Serve vincere, non c’è altra soluzione. I nerazzurri sono sedicesimi in classifica e vicini alla zona della retrocessione. Contro la Sampdoria sarà necessario ritrovare i tre punti; altrimenti si dovrà pensare ad un altro obbiettivo che non sia un piazzamento europeo. La squadra sulla carta è alla portata, ma ora come ora bisogna cominciare a vincere.

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