A distanza di due mesi dall’ultima volta, torna a parlare Filippo Fusco, ex direttore sportivo dell’Hellas Verona, dimessosi il 4 aprile scorso dopo il tracollo di Benevento. Il dirigente campano è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, commentando il suo travagliato periodo in gialloblu.
Queste le sue dichiarazioni: “Non mi sono pentito di aver confermato Pecchia, e neanche di aver ceduto Pazzini a gennaio dato che la nella sue esperienza in prestito al Levante, dove ha trovato ancor meno spazio che all’Hellas, ha fatto un solo gol su azione. Dall’inizio dell’anno eravamo stati molto chiari con Pazzini ed il suo entourage, sostenendo che avremmo giocato un calcio diverso rispetto alla Serie B e che quindi le sue caratteristiche ci sarebbero servite meno”.
E poi aggiunge: “Gli anni passano per tutti, secondo me in B può essere ancora decisivo, ma in Serie A i numeri dicono che non può più esserlo. La situazione Pazzini ci ha creato difficoltà ambientali e lo stesso è accaduto con Cassano, ma non mi sembra che sia andato da qualche altra parte dopo l’addio al Verona”.
Continua Fusco: “Siamo stati contestati anche quando eravamo primi in Serie B, o quando abbiamo vinto partite importanti in Serie A. Questa squadra poteva salvarsi. A gennaio le altre si sono rinforzate, noi invece no. Il presidente Setti è sempre stato molto chiaro nel dire che gli investimenti dovevano andare di pari passo con le possibilità per non fare la fine del Parma di qualche anno fa. Noi non potevamo fare acquisti come Pavoletti o Borriello, per raggiungere l’obiettivo serviva la compattezza e invece eravamo sempre sul filo del rasoio, anche se le responsabilità maggiori sono nostre e ce le assumiamo”.
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