Sock, Isner e Querrey: la Crisi del Tennis Americano

Che il tennis americano sia in crisi già da un bel po’ di tempo, non è assolutamente una novità, ma dopo un 2017 caratterizzato dalla definitiva esplosione di Sam Querrey e Jack Sock, insieme alle solite conferme di John Isner, il nuovo anno ha portato il tennis statunitense in “una crisi nella crisi”, una mancanza di risultati e di vittorie per i tre americani che rappresentavano questo sport ad ottimi livelli.

Quali sono le cause di questa crisi?

In effetti, trovare cause concrete ad una crisi arrivata parallelamente per i tre giocatori americani più forti al mondo è difficile, soprattutto se si considera che a parte Isner, la cui crisi potrebbe essere giustificata dati i tanti anni al vertice, per Sock e Querrey tutto ciò era davvero inaspettato.

Andiamo ad analizzare i numeri del 2018 e le differenze con l’anno precedente per ognuno:

  • Jack Sock nel 2017 ha vinto tre tornei, di cui il suo primo Master 1000, ha ottenuto la qualificazione alle NITTO ATP FINALS, dove ha raggiunto le semifinali e, infine, è entrato a far parte della top ten della classifica mondiale, ottenendo come best ranking il numero 8.
  • Nel 2018, dopo essere stato considerato inizialmente uno dei tennisti da battere, ha ottenuto solamente un successo e ben 4 sconfitte, una delle quali pesantissima nel primo turno degli AO 2018.

Secondo Sock, le difficoltà di inizio stagione sono frutto del suo incredibile finale di 2017. La vittoria a Bercy ha prolungato la sua attività, permettendogli di tornare a casa appena prima del Giorno del Ringraziamento. Avrebbe dovuto fermarsi, ma aveva una serie di impegni a cui non poteva sottrarsi e la necessità di trascorrere un po’ di tempo con la famiglia ma non ha potuto farlo e per questo si è presentato in Australia senza una buona preparazione.

 Dopo la grave sconfitta in primo turno a Melbourne, ha ammesso di non essere fisicamente pronto e si è concesso un ulteriore periodo di allenamento e preparazione. In alcune dichiarazioni concesse agli addetti ai lavori, basta vincere un match combattuto per cambiare volto a una stagione, anche se, tuttavia, gli scadranno 540 punti tra Indian Wells e Miami.

L’ultimo americano a diventare numero 1 del mondo è stato Andy Roddick nel 2004 e secondo lui, potrebbe diventare il prossimo:

“Tutto questo è esaltante, ho sempre creduto di poter competere a questo livello, di essere uno da primi dieci – ha detto – il prossimo passo è cercare di essere competitivo in tutti i tornei e provare a vincerli, soprattutto i più importanti, e ottenere migliori risultati negli Slam. Per me l’obiettivo sarà arrivare tra i top 5, top 3 e continuare a spingere per provare a raggiungere la prima posizione”.

Se da un lato bisogna riconoscere che l’americano arriva dalla sua miglior stagione, dall’altro Sock non ha le competenze tecniche e mentali necessarie per ambire a certi traguardi.

Jack non ha mai superato gli ottavi in una prova del Grande Slam e l’impressione è che debba fare un passo alla volta e cercare di ricostruirsi, magari ritrovando una buona condizione fisica.

foto: Tennis Circus

Per quanto riguarda Sam Querrey:

  • Per l’originario di San Francisco il 2017 era stato l’anno perfetto: Semifinale a Wimbledon, quarti di finale agli Us Open e vittoria al torneo ATP 500 di Acapulco in finale contro Rafael Nadal.
  • Dall’Us Open 2017 Sam ha ottenuto 7 sconfitte al primo turno e una grave sconfitta al secondo turno degli Australian Open 2018 contro l’ungherese Fucsovics.

Querrey è sempre stato un giocatore incostante, capace di vincere partite impensabili e di perderne altrettante,ma già da un paio di anni si era affacciato nel circuito più sicuro delle sue potenzialità e grazie a ciò, ha ottenuto i brillanti risultati citati poc’anzi.

Dopo i due favolosi Slam giocati, l’ex numero 11 del mondo è entrato in una crisi nera che lo ha portato ad ottenere scarsi risultati.

A fronte di una finale raggiunta quest’anno nel New York Open ATP 250, unica settimana positiva in 5 mesi, l’americano ha subito sconfitte inaccettabili e varie volte ha deluso le aspettative dei suoi fan.

Non c’è stato un vero e proprio motivo che ha giustificato il calo prestazionale di Sam, che dovrà cercare di ritrovare se stesso e il suo miglior tennis che gli ha permesso di raggiungere risultati che sembravano impossibili.

Quale occasione migliore per una rigenerazione se non il matrimonio che, dopo un po’ di alti e bassi in amore, Sam Querrey celebrerà con Abby Dixon.

I due hanno affidato ad Instagram la notizia del fidanzamento, postando alcune foto con l’anello bene in vista.

L’arrivo della modella nella sua vita, avvenuto l’anno scorso, è coinciso anche con il periodo migliore della carriera di Querrey, capace di grandi exploit e di vittorie importanti.

Negli ultimi tempi però, come già enfatizzato, la tendenza si è un po’ invertita e saldo vittorie/sconfitte del 2018 è piuttosto misero (5-5), soprattutto per un giocatore a ridosso della top-10.

La finale del neonato torneo di New York non attenua più di tanto i dubbi sul livello di concentrazione, più che di tennis, dell’americano.  Che la nuova serenità personale abbia minato il killer instinct di Sam?

Se così fosse, speriamo che tutto ciò sia qualcosa di fugace e che Querrey ritorni al top della forma.

L’ultimo americano in crisi di cui andiamo ad analizzare i numeri è John Isner:

  • John, dopo la sconfitta in semifinale nel Master 1000 di Parigi-Bercy contro lo sfavoritissimo Krajinovic, ha perso completamente fiducia, subendo nel 2018 quattro sconfitte al primo turno, di cui la sorprendente( in negativo) performance a Melbourne contro Ebden, dove è uscito senza lottare.
  • Il bilancio di questo 2018 è di 2 vinte e 5 perse.

Il calo di Isner, oltre ad essere fisiologico visti i molti anni al vertice di Big John, è anche dovuto alla sconfitta citata precedentemente contro Krajinovic, in quella che era l’occasione della vita per vincere il suo primo Master 1000. In caso di vittoria, infatti, in finale avrebbe affrontato il suo connazionale Jack Sock.

Sicuramente, nell’economia del tennis dell’ex numero 9 delle classifiche mondiali, è fondamentale la condizione fisica che non può assolutamente calare, dato che deve permettergli di mantenere una buona mobilità in campo che deve fare da contorno al suo devastante servizio.

Oltre al calo fisico, è evidente il calo nella percentuale di prime di servizio messe in campo e di punti ottenuti con la seconda che ultimamente sembra più debole.

Cosa serve a John per tornare al top?

Sicuramente gli farebbe bene un periodo di pausa per concentrarsi sull’allenamento, anche se molte volte il limite di questi giocatori è puramente psicologico e basta una scossa per ribaltare la situazione.

Il periodo di crisi di questi giocatori è uno specchio della crisi tennistica statunitense che dura oramai da più di dieci anni.

Il tennis americano non trova degni successori dei campioni che ha avuto in passato e i nuovi volti sembrano soffrire tutti di questo enorme peso che si ritrovano sulle spalle.

Se gli USA non possono contare sui giovani che non riescono ad esplodere, adesso devono cercare di recuperare i giocatori che da un paio d’anni tengono alta la bandiera del loro paese.

Isner, Sock e Querrey avranno ancora qualcosa da dire? In caso contrario il tennis americano continuerebbe a convivere davvero con una crisi senza fine.

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