Dopo il Thiem visto a Buenos Aires, in netta ripresa e crescita rispetto alle ultimi versioni, ci si aspettava sicuramente una conferma dall’Austriaco, in un torneo 500come Rio che vista l’insolita assenza di Nadal e l’uscita di Cilic, sarebbe potuta essere una bella chance per il numero 6 del mondo di ottenere punti importanti e di difendere il titolo ottenuto qui nel 2017.
Thiem, infatti, aveva vinto questo torneo l’anno scorso in finale con Carreno Busta e dopo il periodo infernale tra fine 2017 e inizio 2018, la vittoria a Buenos Aires ci aveva ridato il Thiem spaziale è devastante che la terra rossa ci aveva abituato a osservare.
Il Thiem che aveva battuto Nadal a Roma e distrutto Monfils settimana scorsa però, ha rappresentato solo un lontano ricordo. La versione odierna dell’austriaco era ciò che non sarebbe potuto essere più lontano a quella migliore.
Tra i vari numerosi errori gratuiti e il rovescio che non funzionava come al solito su questa superficie, il numero che più stupisce della prestazione del numero 6 è certamente il deplorevole 56% di punti vinti con la prima di servizio e l’ancora più raccapricciante 36% sulla seconda di servizio, considerando anche che la risposta di Verdasco non è proprio quella di Rafael Nadal.
Nonostante l’austriaco fosse sotto tono e ovviamente non in forma per difendere il prestigioso successo del 2017 in questo ATP 500, bisogna enfatizzare anche l’importante e sorprendente prestazione di Fernando Verdasco.
Il numero 40 del mondo, sicuramente lontano dai tempi migliori in cui è anche entrato in top 10, stava attraverso un periodo di alti e bassi, come del resto lo è stata anche la sua carriera.
Nel torneo Atp 500 di Rio, Fernando non aveva espresso una qualità eccezionale relativamente al gioco, ma era riuscito ad uscirne con i nervi rispetto alle difficoltà incontrate con giocatori meno forti di lui.
Oggi invece sembrava di vedere il Verdasco dei templi migliori, il giocatore che era in grado di impensierire anche Federer e Nadal sulla terra rossa.
Sicuramente, dobbiamo ricordare che i demeriti di Thiem sono evidenti, ma una prestazione che rivela l’81% dei punti fatti con la prima è il 100% di palle break salvate, può già fare l’idea di come Verdasco abbia espresso una versione di se molto più costante di quanto non ci aspettassimo.
Ciò che più ha sorpreso dello spagnolo è stata la sua capacità mentale dimostrata nel primo set, dove nella lotta si è esaltato al posto di irrigidirsi come al solito. Un primo parziale da un’ora e un minuto praticamente logorante, soprattutto se si pensa al punteggio di 6-4 e non al tie break, dove di solito terminano i set da durata simile. Un 6-4 sudato e arrivato dopo un’ora, nasconde in realtà tantissime occasioni sprecate da Fernando, che si vede annullare 8 palle break nei primi 4 game di battuta dell’austriaco.
Nonostante l’inerzia del set sembrava poter muoversi verso Thiem, nel nono gioco arriva il break e nel decimo, quello in cui Verdasco serviva per portare a casa il parziale,arriva il punto di svolta del match, quando Thiem non riesce a sfruttare tre palle del contro-break e molla il primo set per 6-4.
Sul secondo purtroppo non c’è molto da ravvisare, perché un 6-0 netto e soltanto 7 punti vinti dal numero 6 del mondo possono bastare a descrivere un parziale che in realtà non è stato propriamente giocato.
Le scorie del primo set immenso e del torneo appena vinto da Thiem, che ha dovuto viaggiare da Buenos Aires a Rio e giocare a distanza di due giorni, si sono fatte sentire.
Purtroppo nel tennis è sempre molto negativo vedere una prestazione oscena come quella del secondo set di Thiem, che ha ottenuto solo 7 punti sulla terra battuta e non ha cercato nemmeno una minima reazione, ma non ci resta che fare i nostri complimenti allo spagnolo che si regala una bellissima semifinale in un torneo importante, dove affronterà il vincitore del match tra Bedene e Fognini e potrà dire la sua con chiunque dei due accederà alle semifinali.
Considerando la sconfitta di Monfils e di Cilic, Fernando Verdasco si candida probabilmente a favorito del torneo.