Come tutti i mari quando tramonta la bella stagione, e ci si addentra in giornate uggiose, ventose, di cattivo tempo come quelle che stiamo vivendo, anche quello Adriatico che bagna Pescara e la riviera delle Palme sarà probabilmente agitato e ondoso. Non solo quello che bagna la riviera delle Palme: a Pescara, come a Benevento e in altre 17 città di Italia, anche non lambite da quello che era il “regno” di Nettuno per i latini e quello di Poseidone per i greci, urla e biancheggia uno dei mari più mossi e agitati che possano esistere, quello della Serie B. Mai calmo, mai una “tavola”; per 10-11 mesi all’anno è pronto a palesare pericoli e insidie che solo navi ben costruite e marinai esperti riescono a domare e a farsi trascinare lontano in un susseguirsi di onde.
Il gioco è tutto qui, riuscire ad affrontare questo viaggio tortuoso il più possibile sulla cresta dell’onda per non venire risucchiato da acque da cui poi non sempre è semplice riemergere. Cresta dell’onda cavalcata alla grande sia da Pescara che Benevento, o meglio, fino all’ultimo turno. Un Benevento in volata, dopo 3 vittorie consecutive, fattosi sorprendere dalla burrasca del Foggia, che ha fatto imbarcare tanta acqua al vascello sannita. Un Pescara, ancora imbattuto, che al 90’ dell’ultima sfida con il Padova si vedeva in vantaggio 0-2 e con un primato clamoroso in tasca; ma mai sottovalutare questo mare, ed ecco che un’onda anomala Padova durata sei minuti, affossa l’equipaggio abruzzese e il sogno di presentarsi a quello che ad oggi possiamo definire uno scontro diretto, da capolista.
Malgrado questi incidenti di percorso infatti, Pescara e Benevento hanno mantenuto la propria posizione di classifica, rispettivamente seconda e terza, con i sanniti aventi già effettuato il turno di riposo. Un’opportunità di riscatto immediato che il calendario si è divertito proprio a offrire alle due compagini messe di fronte l’una contro l’altra.
Un campionato che per il Pescara risulta essere sorprendente: 3 vittorie e 3 pareggi fino ad oggi, unica squadra insieme alla Cremonese imbattuta di questo torneo. Un’operato, come affermato anche dal presidente Sebastiani, che non può essere cancellato solo dai 6 minuti di blackout finali di Padova. Così come non può essere cancellato quanto di buono fatto vedere dal Benevento fino adesso, migliore attacco con 12 gol in 5 partite e virtualmente primo in classifica (considerando il turno di riposo scontato). Sarà l’occasione giusta tuttavia, per verificare se “il molto di buono” avrà di nuovo la meglio su quanto di “meno buono”, ma significativo, si è intravisto in questo scorcio di stagione.
Gara difficile con una squadra in forma: forse è la sfida migliore che potesse capitare a questo Benevento, bisognoso ancora di comprendere le reali tortuosità di questo torneo e di acquisire quella mentalità adeguata per calarsi nella realtà, in tutti gli incontri da affrontare. Un occasione dove in campo non può scendere una squadra narcisista e con poca cattiveria agonistica. Una partita che può riaccendere quel fuoco dentro visto a Venezia, nel derby e col Cittadella. Fuoco che per superare il mare di Pescara ha bisogno di essere alimentato, costantemente, per novanta e più minuti.
Per quanto riguarda i convocati, Bucchi recupera Billong, ma contemporaneamente dovrà fare a meno di Costa. Sembra sicuro quindi l’impiego del francese al fianco di Volta. Tello, dopo il turno di riposo con il Foggia è pronto a riprendere in mano il centrocampo. Per il resto tanti dubbi, solita abbondanza, e ballottaggi che verranno risolti solo a pochi minuti dal match.
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