Montella scrive la storia e umilia Mourinho: Siviglia ai quarti dopo sessant’anni

“La vendetta più crudele è il disprezzo di ogni vendetta possibile”. Questo dev’essere stato il pensiero di Vincenzo Montella ieri sera, al triplice fischio di Manchester United-Siviglia, partita che ha regalato agli andalusi la qualificazione ai quarti di finale della principale competizione europea per club, evento atteso da oltre sessant’anni.

Sì, perché negli ultimi mesi Montella ha vissuto veramente di tutto: una campagna acquisti faraonica, l’incarico di riportare il Milan a competere per il vertice della classifica, le prime difficoltà, i continui cambi di modulo, il ritardo in classifica, l’esonero e la ripartenza da Siviglia, la sconfitta all’esordio nel derby col Betis, gli stenti, la finale di Coppa del Re e ora i quarti di Champions.

Per un uomo che vive sulle montagne russe è facile perdere il controllo, ed invece lui non ha perso la sua proverbiale lucidità. Sempre composto, mai al di sopra delle righe, accettando con signorilità anche l’esonero dal Milan, senza mai scaricare le proprie responsabilità su squadra o società.

Al “Teatro dei Sogni” Montella si è preso probabilmente la soddisfazione più grande della sua carriera da allenatore. Una notte che ti cambia, ed è inevitabile che sia così. Perché quando porti una squadra che manca dai quarti di Champions dal 1958, eliminando addirittura il Manchester United di sua maestà Josè Mourinho, non può essere considerata una serata come tutte le altre, oltretutto se consideriamo questo risultato dopo l’addio alla panchina del Milan appena 106 giorni fa.

E proprio dopo quell’addio qualcuno aveva sollevato dubbi sulle reali capacità dell’aeroplanino come allenatore. Perplessità più che lecite, ci mancherebbe, dato che al Milan non era riuscito ad incidere su una squadra che aveva investito parecchio sul mercato per tornare subito protagonista. Scetticismo alimentato dall’avvio non propriamente felice sulla panchina degli andalusi, specialmente in campionato.

Ma Montella non si è mai perso d’animo, riuscendo prima a raggiungere la finale di Coppa del Re eliminando in semifinale l’Atletico Madrid, non propriamente l’ultimo arrivato, e poi a portare meritatamente Muriel e compagni nelle prime otto squadre d’Europa.

Ecco, proprio la parola “Champions” nelle ultime 36 ore ha cambiato sapore a Siviglia: prima l’addio quasi definitivo all’obiettivo quarto posto in campionato dopo la sconfitta contro il Valencia, poi l’impresa dell’Old Trafford, che ha segnato la storia.

Montella in due mesi e mezzo ha conquistato una finale di Coppa del Re (terzo allenatore italiano a riuscirci dopo Ranieri e Ancellotti, ndr), ha reso il Siviglia l’unica squadra spagnola in grado di battere l’Atletico al “Wanda Metropolitano”, e ha portato gli andalusi tra le prime otto squadre d’Europa, facendo completamente dimenticare gli alti e bassi in campionato.

Ora Montella ha conquistato un po’ tutti, perché basta una partita a cambiare un’idea, e bastano 106 giorni a cambiare una stagione, e forse una carriera.

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