L’Italia del futuro potrebbe essere meno calciofila di quanto lo è adesso. Sembra un fatto eclatante e impossibile che possa accadere ma se si va avanti di questo passo, la direzione è stata intrapresa. Una decisione, ovviamente, non voluta dai vertici ma è frutto di tutta una serie di errori che hanno portato i giovani a distaccarsi sempre di più da questo sport.
Ecco quali sono i motivi e cosa bisognerebbe fare.
I numeri antichi ormai non ci sono più
Diciamocelo chiaro e tondo: i vecchi numeri non torneranno più. Per tutta una serie di motivi. Innanzitutto, perché in Italia ne siamo di meno rispetto a dieci anni (un po’ come pretendere che, con la bassa natalità che c’è adesso, ci sia lo stesso numero di bambini che si iscrive a scuola) e, questo, rende meno agevole il compito di chi deve far rientrare i conti.
Se, magari, uno potrebbe fare il discorso in termini percentuali (cioè calcolare le presenze in rapporto al target prefissato) c’è un altro fattore da tenere in considerazione: fino a praticamente gli anni 2000 non c’era il web. Significa che, banalmente, ci sono più cose da fare e i giovani sono interessati ad altri.
Non solo influencer ma anche proprio dal punto di vista sportivo e di gioco. C’è il William Hill casino, ci sono i vari giochi di ruoli in cui una persona europea può sfidare una asiatica, nascono o si diffondono nuovi sport come il padel e, dulcis in fundo, anche la pandemia ci ha messo del suo.
Nel senso che, comunque, tenere bloccata per un anno e mezzo circa l’attività sportiva ha fatto sì che i giovani facessero altro. Riscoprendo altre passioni.
Aumentare la qualità dello spettacolo
Chi ha visto il calcio degli anni ’90 e quello di inizio 2000, il più delle volte pensa che il calcio si sia abbassato di livello. Che la qualità, per essere chiari, non è come quella di qualche anno fa. Non diamo giudizi di valore che lasciamo agli altri, però se la percezione è questa è opportuno cambiare.
Evidentemente, i nuovi metodi di allenamento – basati più sulla tattica e sul fisico che sulla tecnica – incidono in maniera negativa sullo spettacolo. Del resto, non è certamente un caso che in Italia non c’è un trequartista degno di nota da anni.
Avere prezzi meno proibitivi
Questo è un problema atavico da nord a sud. Come si può che in una città in piena crisi economica come Napoli possa spendere 700 euro per un abbonamento? È impensabile, se valutiamo anche il fatto che l’abbonamento è singolo. E, di solito, allo stadio non ci va una sola persona.
Per non parlare poi delle partite singole. In particolare, i big match stanno avendo un costo enorme. Vuoi vedere la partita dalla TV? Anche DAZN è aumentato e, quindi, una famiglia monoreddito difficilmente può permettersi tutto ciò.
Famiglia che, poi, vira altrove. Verso altri sport o proprio verso altre passioni e hobby che nulla hanno a che fare con il calcio.
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