Finalmente è finito. Il periodo del calciomercato è stato, per i tifosi dell’Hellas Verona, un qualcosa di molto simile ad un incubo. La squadra, che già ad agosto presentava grossi limiti per poter affrontare un campionato di Serie A, appare oggi ulteriormente rimaneggiata, a causa della partenza di alcuni dei suoi uomini di maggior talento e carisma. Insomma, al Verona di Pecchia servirà ben più di un’impresa per centrare la salvezza.
In difesa è partito il miglior difensore in rosa, Martin Caceres. La cosa era prevista da agosto, sebbene qualcuno abbia tentato di nascondere la verità fino all’ultimo secondo disponibile. Per sostituirlo è arrivato il serbo Vukovic, difensore d’esperienza che all’esordio ha impressionato positivamente, trovando anche la via del gol. Non è arrivato un terzino sinistro, vero tallone d’achille del Verona delle ultime stagioni, supponendo che Fares (adattato a giocare in quella posizione) e Souprayen siano adatti a disputare la Serie A.
Ma le note più dolenti si registrano sicuramente a centrocampo: sono partiti Bruno Zuculini e Bessa (due titolari), e non sono stati rimpiazzati. E’ stato fatto un tentativo per prendere (sempre in prestito) Carlos Sanchez dalla Fiorentina, ma il colombiano alla fine si è accasato all’Espanyol. La nuova coppia titolare ora è formata da Buchel e Valoti, con Calvano (fuori rosa fino a novembre), Laner (mai utilizzato) e Fossati (sul piede di partenza ormai da mesi) prime alternative.
Nel reparto offensivo è partito, come previsto ormai da tempo, Giampaolo Pazzini. L’ex bomber gialloblu, che lo scorso anno ha trascinato con ben 23 reti il Verona in Serie A, era uscito fin da subito dai piani tattici di Pecchia, il quale gli ha preferito spesso e volentieri il giovanissimo Kean e l’ultimo arrivato Petkovic. Prigioniero (non per colpa sua) di un ingaggio troppo elevato per le casse gialloblu, Pazzini era sul piede di partenza già da fine agosto, ma alla fine non era stata trovata una soluzione adeguata. Oltre al croato è arrivato anche Ryder Matos dall’Udinese, che dopo un esordio da incubo contro il Crotone, ha ben figurato domenica scorsa a Firenze, mettendo in mostra velocità e tecnica.
Alla fine il mercato dell’Hellas si è chiuso con un attivo di poco più di tre milioni di euro, da sommare all’ulteriore risparmio derivato dal mancato pagamento di ingaggi pesanti (Pazzini su tutti.). Sono arrivati solamente giocatori in prestito, e quelli di proprietà, come Bessa, sono stati ceduti a dirette concorrenti per la salvezza. Insomma, sono tante le similitudini con il mercato di “distruzione” di Bigon di due stagioni fa. Il Verona, che allora viaggiava spedito verso la Serie B, vendette a gennaio alcuni dei suoi uomini migliori con il tentativo di fare cassa e di liberarsi di qualche ingaggio importante per prepararsi alla ormai inevitabile retrocessione.
Ma in tutto questo oceano di negatività c’è una speranza: l’Hellas è a tre punti (quattro considerando gli scontri diretti con il Crotone) dalla salvezza, e con 16 partite ancora da giocare tutto è possibile. Inoltre, la partita di Firenze ha trasmesso un segnale forte: il gruppo ha dato una risposta importante, i malumori di Bessa e Pazzini hanno fatto pensare che non ci fosse coesione all’interno dello spogliatoio, ma la risposta della squadra è stata chiara.
Non tutto è perduto ma sarà difficilissimo. Non chiediamo a nessuno di essere ottimista, anche perché, date le circostanze, risulterebbe oggettivamente molto difficile. Quello che si chiede al popolo dell’Hellas è di stringersi attorno alla squadra e di provare a fare un’impresa che potrebbe entrare nella storia. Ora la parola passa a Romulo e compagni.
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