I microfoni di Giugliano YSport hanno intercettato uno dei tifosi più attaccati al paese. Oltre che un membro fisso della Liternum, infatti, il tifoso in questione è un amante del Giugliano paese. Vi presentiamo la storia di Francesco Di Biase.
Di seguito vi proponiamo il racconto-intervista (integrale) di Antonio Trametta, che sulla pagina Facebook “Giugliano YSport” sta portando avanti la rubrica “Com’è nata la mia passione per il Giugliano“.
Il nono episodio delle nostre storie vede come protagonista un ragazzo giovanissimo, ma nonostante questo molto esperto, che sicuramente segue il Giugliano Calcio, vedendola come squadra del cuore, ma soprattutto è legato alla Giugliano città. Stiamo parlando di Francesco Di Biase.
La passione per il Giugliano è nata all’improvviso, da piccolino, all’età di 10 anni, senza essere tramandata da nonni o familiari. Francesco andava allo stadio insieme a suo cugino, al nuovo De Cristofaro, per seguire le partite del Giugliano.
Non c’è un motivo alla base di questo sentimento, ma solo un grandissimo legame per la sua città.
E quindi da lì è nata anche l’avventura da calciatore per il Giugliano, con il primo anno di scuola calcio fatto al vecchio De Cristofaro. Nonostante la sua età (classe ’96), a Giugliano si allenava con i più piccoli, a causa di un errore del nonno, ma non passò tanto tempo, visto il grande talento, prima di venire inserito in pianta stabile tra i più grandi e rendersi conto dell’errore anagrafico. Poi per problemi di scuola e altro fu obbligato a cambiare scuola calcio. Anche a causa di questo, Francesco non riuscì a realizzare il suo esordio con la prima squadra del Giugliano, e neanche per la Juniores.
Nonostante tutto ha giocato per il Villaricca, per il Sibilla Bacoli (la squadra che ha ceduto i diritti quest anno proprio alla squadra gialloblù), per il Marano ma soprattutto con la Turris in Serie D.
Seppur la Sibilla è una squadra che porta rispetto per la maglia, come se fosse sempre stato Giugliano Calcio, Francesco non si sente realizzato abbastanza per non essere riuscito nel suo unico grande obiettivo: giocare per la squadra della sua città. Quello resterà il suo grande rimpianto, a livello calcistico, insieme al fatto di aver smesso troppo presto. Se si aggiunge che il Giugliano viene rifondato, e lui non è pronto fisicamente, la delusione aumenta.
Di Biase è un giuglianese doc, meraviglioso è il suo grande apporto alla città di nascita.
Francesco non ama paesi limitrofi, non ama andare a Napoli, ama solo la sua città di appartenenza. Se deve andare a mangiare un panino, preferisce farlo nel suo paese e non in altri. L’obiettivo in primis è sempre quello di far crescere il proprio paese e poi allontanarsi.
Anche questa ideologia è nata in lui senza essergli stata tramandata da nessuno. Perché, come dice lui, questa cosa non si tramanda, così ci si nasce e basta.
A dimostrazione di questo pensiero sono le sue continue “lotte” con i ragazzi che non fanno niente per il suo paese, o che si definiscono di altre zone, cercano di scappare. Francesco non è uno di questi, lui resta nel suo paese, cerca di far crescere il suo paese, e dare una mano al suo paese.
Il sogno di Francesco legato alla Giugliano città è quello di vederla paragonare ad altre metropoli. Vedere citare il suo paese di 150000 abitanti per cose positive e non per altre cause che fanno male a chi come lui è un giuglianese doc. Non preferire altre mete come destinazione per le vacanze, quando si ha un lungo mare e dei posti invidiabili a tutti. Quindi spera che si smetta di sottovalutare la sua città, anche a causa di alcuni degli stessi giuglianesi che non fanno nulla per farla rivalutare.
Per quanto riguarda un sogno legato alla Giugliano squadra è quello di vederla più in alto possibile. Perché pensare che in A ci sono realtà come Chievo, che è una frazione di Verona, la quale conta meno di un quarto degli abitanti di Giugliano, mentre il Giugliano ha potuto solo prendere parte al massimo alla Serie C è una cosa bruttissima. Però nonostante questo ogni domenica Francesco è lì a tifare e a sostenere quantomeno la maglia. Perché i giocatori passano, mentre la maglia è sempre la stessa.
Se come calciatore non ha mai avuto la possibilità di giocare per la società del suo paese, quest’anno Francesco ha avuto la fortuna, grazie al direttore Patrizio Perrotta che è stato il primo a farlo inserire nel mondo degli allenatori (seppure di una scuola calcio) e soprattutto grazie al presidente Sestile, di lavorare per il Giugliano, e vivere 24 ore su 24 la realtà giuglianese che Francesco ha sempre sognato di vivere.
Francesco ha a cuore una partita di preciso: Giugliano-Spal durante il periodo dei tigrotti in C2.
Per quella partita il padre tornò da lavoro con due biglietti omaggio per lo stadio. La partita non andò bene, il Giugliano perse 3-2, ma nonostante il risultato negativo è una partita che Francesco tiene particolarmente a cuore.
Mentre la vittoria che maggiormente ricorda fu l’ultima partita del campionato di Promozione, che il Giugliano vinse quell’anno, circa 4-5 anni fa. Quella vittoria dell’allora Atletico Giugliano fu festeggiata con i miglior festeggiamenti degni di Serie A, con tanto di invasione di campo dei tifosi alla ricerca di qualcosa da portare a casa come ricordo.
Se dei giocatori storici della squadra Francesco non ha un ricordo nitido, ricorda sicuramente qualche giocatore importante che faceva parte della rosa precedente all’accaduto con il Volla. Come Cozzolino, ad esempio, che ora gioca in Serie D in una squadra di Modena, il quale fino a pochi mesi fa su Facebook aveva ancora l’immagine della curva del Giugliano come immagine di copertina. Oppure Costagliola, Di Matteo (entrambi al Monte di Procida ora) e Martucci (attuale portiere del Barano).
Il giocatore della rosa attuale al quale Francesco è particolarmente affezionato per aver condiviso con lui l’esperienza alla Turris è Michele Tarallo, un giocatore di altre categorie seppur spesso viene criticato per le caratteristiche diverse a quelle che i tifosi del Giugliano vorrebbero. Un altro decisamente importante che stima tantissimo è Salvatore Navarra che dà sempre il 110% ogni domenica. Senza dimenticare Gianfranco Scarparo (giuglianese come lui) (ormai ex calciatore della squadra), Gennaro Pirozzi (altro ex ormai), “Nando” Castaldo, che se sta bene e messo in condizione non ha rivali nel suo ruolo.
Nonostante un periodo non felice, Francesco si affida alla campagna acquisti di dicembre per poter riprendersi e togliersi tante soddisfazioni, soprattutto con il mister Bruno Mandragora e il direttore Crisano che rappresenta un direttore palesemente di altre categorie, che quando vedi il suo nome non ti limiti all’Eccellenza o alla D ma sicuramente a qualcosa di più.
Dicembre è vicino, se il campionato è ormai andato, i play-off restano qualcosa di raggiungibile.
Se Francesco continua con questa tenacia, con questo spirito di fare, con questa voglia, grinta. Nessuno di noi esclude una cosa: il futuro nel mondo calcistico è assicurato. Bisogna capire solo quando e dove sboccerà il suo talento, che ormai ormai vista la grossa età (21 anni) non sarà in campo, ma chissà o dietro una scrivania o su una panchina. Però non c’è dubbio di una cosa, una persona umile e splendida come lui è difficile da trovare, e Giugliano e i giuglianesi devono andare fieri di avere un cittadino come lui. Forza Francesco, quello che ti è stato negato da bambino ti aspetta. Meritatamente.