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Enrico Varriale a YSport: “La mia opinione sulla Nazionale”

Al netto dei primi 3 mesi di calcio giocato in Italia, Enrico Varriale, giornalista e conduttore televisivo Rai, risponde a qualche domanda ai microfoni di YSport riguardo FIGC, Serie A e futuro del calcio italiano.

La nazionale non va ai mondiali e la FIGC è nell’occhio del ciclone. Cosa si può fare secondo lei per migliorare la situazione?

Erano 60 anni che l’Italia non mancava l’appuntamento con i mondiali di calcio. Basterebbe questo dato a fotografare quanto sia epocale il disastro di Ventura&co. che però ha radici che affondano nel profondo e non parte certo da questi ultimi anni. Ricordate che negli ultimi due mondiali 2010 e 2014 siamo usciti al primo turno eliminati da squadre come Nuova Zelanda, Slovacchia e Costa Rica, bisogna prendere quindi atto che da troppi anni il calcio italiano non è più in grado di produrre campioni. Nel corso della mia carriera ho raccontato Nazionali in cui i dualismi erano tra Baggio e Zola, Baggio e Del Piero, Del Piero e Totti. Oggi la qualità degli interpreti si è purtroppo enormemente abbassata. Il primo rimedio dovrebbe essere dunque migliorare la selezione dei giovani calciatori dando impulso ai centri federali territoriali da affidare a tecnici preparati e non agli allenatori delle tante scuole calcio a pagamento che proliferano in Italia, con allenatori che esercitano questa attività come un dopolavoro rispetto alla loro effettiva professione. Poi bisognerebbe riportare la FIGC e la nazionale al centro del sistema calcio, riducendo il potere dei Club e il numero di essi in serie A e serie B creando magari una serie C con le seconde squadre dei grandi Club, utile a far crescere i giovani meglio di un campionato Primavera assai poco allenante.

Non le chiedo un nome, può però almeno indicarci un profilo e delle caratteristiche adatte ad essere il nuovo CT?

Ti do nome e profilo che è quello di Carlo Ancelotti. Allenatore di enorme esperienza internazionale che già conosce le problematiche della Nazionale essendo stato il secondo di Arrigo Sacchi ai mondiali di USA ’94. Il problema è che ad Ancelotti bisognerebbe dare pieni poteri mettendolo al centro di un progetto di rilancio che passi attraverso le misure che ho ricordato precedentemente. Dubito che questo sia realizzabile.

Per la prima volta si gioca anche durante la pausa natalizia. Un bene o un male per il nostro calcio?

Credo sia un inevitabile adeguamento ai tempi in cui la cassaforte del calcio italiana è rappresentata dai Diritti Tv. Nel periodo delle feste si sta di più a casa davanti al televisore e come dimostra la Premier League, gli ascolti più alti delle partite si realizzano proprio durante le feste di fine anno. Solo che in Inghilterra hanno anche stadi all’altezza, merchandising di livello, organizzazione massimale dell’evento, cose che noi nel nostro stato possiamo solo sognare.

Dopo tanti anni si ha l’impressione che nel nostro campionato ci sia maggiore equilibrio perlomeno al vertice. Segnale di un livello di crescita o di un appiattimento verso il basso?

E’ un punto a favore del nostro calcio, visto che in Inghilterra, Germania e Francia i campionati sembrano già decisi a Dicembre. Credo però che il livellamento stia avvenendo verso il basso con una Juventus divenuta più umana per il fisiologico invecchiamento dei suoi campioni in difesa e la scarsa competitività delle squadre di seconda fascia con il caso limite del Benevento, unica squadra in Europa ad aver conquistato finora solo un punto.

Quest’anno c’è un netto divario tra il vertice e il resto del campionato. Colpa del campionato a 20 squadre?

Mi rifaccio alla risposta precedente, 20 squadre in serie A sono decisamente troppe. Io tornerei a 18 se non a 16 per avere un torneo più interessante e lasciare spazio sia alla nazionale che agli impegni europei dei nostri club.

Potrebbe il mercato di gennaio rivelarsi effettivamente utile? Per chi?

Credo che la squadra che ha più bisogno di rinforzarsi a gennaio sia il Napoli, in piena emergenza in alcuni ruoli a causa dei gravi infortuni patiti da Milik e Ghoulam. Detto questo a Gennaio è difficile fare grandi acquisti ma ci sono eccezioni che confermano la regola come Nainggolan che la Roma prelevò dal Cagliari o nell’anno del primo scudetto del Napoli nel lontano 1987 Romano che, prelevato dalla triestina equilibrò tatticamente la squadra di Maradona.

Dia un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la carriera da giornalista.

Avere un enorme passione ed essere flessibili nello scegliere i media su cui cimentarsi nella loro attività. Giornali, Agenzie, Tv e radio ma anche siti internet sono tutte palestre importanti su cui potersi cimentare ma mettendo sempre in ogni sede professionalità e attenzione che dovrebbero sempre essere la base del lavoro giornalistico.