Ford Rs200 vs Lancia Delta S4: “Sventurata Rivalità”

Superare i limiti e andare più veloce era la filosofia automobilistica degli anni ’80. Concetto che resterà impresso nella storia grazie alle creazioni delle grandi case automobilistiche. Belve che aggredivano l’asfalto ad ogni traverso, sbriciolandolo e strozzandolo nei battistrada. Amici di Ysport, benvenuti al secondo appuntamento della nostra rubrica: “Rivalità”.

Le case automobilistiche che ricordiamo, imprimono il concetto di velocità nella nostra mente. Lancia e Ford sono le “rivali” protagoniste di queste righe.

Correva l’anno 1984 quando la Ford, azienda automobilistica statunitense, decise di liberare la sua belva dalle forme contenute e con un cuore piccolo ma generoso. Cuore, capace di sprigionare una mole di potenza a dir poco assurda per quell’epoca, sto parlando della Ford Rs200.

Dopo aver ritirato il progetto nel 1983, gli uomini della sezione “Ford Motorsport”, produssero un’auto a trazione posteriore e turbocompressa, capace di farsi strada tra i competitor Peugeot e Audi in una delle competizioni automobilistiche più emozionanti della storia: “Il gruppo B”; così nel 1984 nacque la Ford Rs200.

Trazione integrale con motore centrale e carrozzeria composta da plastica e fibra di vetro, progettata da “Ghia”. Sospensioni a quadrilatero con due ammortizzatori per ruota che, grazie ad un’ottima distribuzione dei pesi ed un telaio progettato da due ingegneri con pregressa esperienza in F1, la Ford Rs200 vantava di un’impeccabile guidabilità e tenuta di strada. Nonostante l’accortezza per i dettagli meccanici, la Ford per rispettare le tempistiche trascurò i dettagli estetici, installando il parabrezza e i fanali di un’altra bomba: Ford Sierra.

L’anima di questa creatura era un 1.8 di cilindrata turbocompresso firmato Cosworth che produceva una potenza di 258 cv per le versioni stradali e tra i 350 e i 460 cv per le versioni da competizione. Cavalli che, successivamente, furono liberati nel WRC ma senza fortuna. La Ford Rs200 fu protagonista di uno dei più atroci incidenti della storia. E’ il caso del rally del Portogallo dove investì tre spettatori e quello del rally di Germania, dove il suo pilota Marc Surer perse il controllo della vettura schiantandosi in una quercia. Schianto fatale che è costato la vita al suo copilota Michel Wyder, morto carbonizzato dopo l’esplosione.

Nel frattempo anche l’Italia, patria dei motori, diede vita al suo progetto.

Torino, Borgo San Paolo 1985, ormai il livello dei competitors era alto, si doveva battere la Peugeot 205 T16 e la “casa degli anelli” con la Quattro. Così la Lancia 037, dopo anni di onoraria carriera, uscì di scena e gli “scienziati pazzi” dell’ingegnere Lombardi, liberarono il loro Frankenstein: Lancia Delta S4.

Sportività che si avverte già nella sigla “S4” dove l’acronimo sta per: “Sovralimentata” e “4 ruote motrici”. A dar manforte alla sportività ci pensa il motore: 1759cm3 di cilindrata, 4 cilindri in linea e 16 valvole in Nimonic (lega in Nichel per alte temperature). Basamento del motore in magnesio, testata in lega leggera e canne dei cilindri rivestite con un materiale mai usato prima: Cermetal (pregiato materiale ceramico). Sistema a doppia sovralimentazione costituito da una turbina a tripla K e un compressore denominato “Volumex”.

La versione stradale di questo esemplare aveva 250 cavalli mentre, la versione da gara ne sprigionava ben 480. Il modello del 1986, era caratterizzato da un sistema di sovralimentazione di tipo “overboost” azionabile dall’abitacolo. Sistema che portava la potenza a 650 cavalli e una pressione del turbo a 2,5 bar. Telaio a struttura reticolare e sospensioni a parallelogramma deformabile, capaci di supportare un’accelerazione pari a otto volte quella di gravità.

Non avevo il coraggio di tener giù per farla scivolare. Poi capii che dovevo guidarla come se fosse sui binari”.

Considerazioni espresse da uno dei migliori piloti della scuderia “Lancia Martini Racing”: Henri Toinoven. Pilota che perì in un incidente al rally di Corsica insieme al suo copilota Sergio Cresto. La vicenda non passò inosservata alla FIA che in quel tempo gestiva il WRC. Così nel 1987, il “Gruppo B” cessò di esistere e la Delta S4 dopo soli 13 mesi di intensa attività, terminò la sua esperienza senza aggiudicarsi nessun titolo mondiale.

Ci avrebbe pensato un’altra Delta a vendicare il suo operato, ma questa è un’altra storia.

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