Come la battaglia di Waterloo ha segnato la fine definitiva di Napoleone. Potremmo definire così la sedicesima sconfitta del Benevento che, nel match contro la Spal, si è vista superare fra le mura amiche per 2-1.
Così come quelli del conflitto del 1815, gli effetti dopo l’ennesimo Ko, il sedicesimo su diciassette di questo girone di andata, potrebbero essere gli stessi per la squadra sannita e la sua avventura in serie A.
Saremmo dei folli o semplicemente dei puristi della matematica se, di fronte ad un quadro generale simile, ci trovassimo ancora a parlare di salvezza, di ciò che bisogna fare per arrivare all’obiettivo.
Sicuramente nel calcio succedono cose strane e assurde, non è mai detta l’ultima parola finchè c’è speranza, ma nel caso del Benevento sembra quasi che questa flebile utopia numerica sia solo presente per essere rimpinguata e fatta sparire il più presto possibile.
E, sia chiaro, con quello che stiamo dicendo non stiamo dando via libera ad uno scempio; è dovere di tutti i componenti di una squadra lavorare sodo per onorare al massimo l’impegno, provando a fare tutto il possibile fin quando ancora è possibile farlo.
Già, si parla di onorare, perchè prima di discorsi da fantacalcio, è proprio da questo termine che bisogna partire. Onorare. Il Benevento ha adesso solo un’altra cosa da salvare, la faccia.
Per quanto la serie A fosse per Benevento un paradiso, un qualcosa di straordinario che nessuno mai immaginava, nessuno pretendeva una salvezza certa. C’era la voglia di una città, di un popolo, di una tifoseria di vivere un sogno, al massimo, di poter fronteggiare le squadre più blasonate del panorama calcistico nazionale a testa alta, col sorriso, con gioia.
Tutti si sarebbero accontentati di stare li con le altre, a battagliare, a essere presenti nel lotto di quelle squadre che se pur retrocesse avrebbero lottato fino alla fine.
Il Benevento non è nulla di tutto questo. Nessun uomo ha piacere nello svegliarsi da un sogno che si tramuta in un incubo. La giornata inizia male, ti senti turbato, avrai sempre un ricordo negativo di quell’episodio. E’ quello che purtroppo sta capitando con questa serie A alla gente del capoluogo sannita.
Rimane purtroppo scolpito nella memoria che il primo campionato di serie A del Benevento coincide con il record negativo di punti fatto da una squadra della massima serie. Coincide con una squadra in lento declino destinata a firmare la fideiussione bancaria per la serie B già a Natale. Almeno questo è ciò che si evince attualmente facendo una proiezione, poi nel momento in cui (ed è sempre l’augurio di tutti) dovesse esserci un cambio di rotta, si faranno le dovute contro analisi.
Speranze oggettivamente poche e che non trovano appigli; non vogliamo sicuramente amplificare una situazione di per sè già critica e nera, ma purtroppo ci ritroviamo a fare i conti con una realtà che più cruda di questa faremo fatica a trovarla.
Una realtà che ieri consegna la sedicesima sconfitta; la Spal espugna il Vigorito, 1-2, rimontando l’iniziale svantaggio. Altro aspetto da considerare; Il Benevento non è stato in grado in nessun confronto diretto ad imporsi, al di fuori del risultato, . Per certi versi, le prestazioni migliori sono arrivate con squadre sulla carta decisamente migliori della strega e con altre ambizioni di campionato.
Questo fa ancora più rabbia e denota uno stato mentale completamente alla frutta. Non è un caso infatti che il Benevento negli scontri diretti, partite dove necessariamente è importante mettere da parte punti, ha sempre fatto registrare partite sotto tono. Dalle più imbarazzanti contro Crotone e Verona, a quella suicida con il Sassuolo, a quella fragile di ieri sera.
Ciò scaturisce da un evidente paura, da un impotenza nel riuscire a portare a casa le partite per forza, dalla tensione di avere un unico risultato. Oltre, ovviamente, a una quantità di limiti tecnici di cui abbiamo ampiamente già parlato e che sono la causa principale (sul campo) di questa debacle.
LA PARTITA:
Il Benevento ripropone, come atteso, il 4-3-3. Ritorna da titolare e capitano Ciciretti, ritrova spazio in mediana Cataldi e a sorpresa fra i pali Vid Belec. Risponde la Spal con il solito e ben collaudato 3-5-2, con avanti la coppia Paloschi – Floccari preferiti ad Antenucci e Borriello.
Prima parte di studio, Benevento attendista, Spal più propositiva e convinta. La prima grande occasione capita sulla testa di Grassi alla mezz’ora; splendida la palla a scavalcare sul secondo palo di Schiattarella, Letizia si perde Grassi che da due passi schiaccia di testa sui guantoni di Belec.
Benevento che si affida più a folate offensive che trame orchestrate; ci prova due volte D’Alessandro, uno dei più attivi, che prima spreca ritardando troppo il tiro in posizione centrale davanti a Gomis; portiere estense che si supera nella successiva occasione con l’esterno sannita che si ritrova con specchio della porta chiuso ottimamente dall’estremo difensore. Da segnalare un goal annullato alla Spal per fuorigioco dopo un errore dilettantistico di Memushaj, che davanti la sua area decide di avventurarsi in un disimpegno che poteva costare lo svantaggio ai padroni di casa.
Si riparte, il copione è sostanzialmente lo stesso, ma ben presto le squadre iniziano ad allungarsi e ne viene fuori una seconda frazione ben più frizzante della prima. La Spal va vicino al vantaggio prima con un destro da fuori di Floccari respinto da Belec, e poi con la traversa colpita dallo stesso attaccante in torsione su calcio d’angolo.
Dopo il grande spavento, il Benevento passa; calcio di punizione di Ciciretti, traiettoria tagliata verso la porta, e autorete di Cremonesi che per chiudere sull’inserimento di Costa, trasforma goffamente nella sua porta il punto dell’1-0 per i Campani.
La Spal reagisce subito; passano 5 minuti e Floccari mette a segno il pareggio dopo una splendida azione tutta di prima fra Antenucci, entrato da appena un minuto, e il solito Schiattarella. Il tutto però favorito dalla immobilità e la scarsissima attenzione del reparto difensivo giallorosso; Costa marca a distanza di sicurezza Antenucci e si fa tagliare fuori insieme a Di Chiara dal tocco di prima dello stesso che favorisce l’indisturbato inserimento e assist di Schiattarella.
La partita è aperta, l’equilibrio è destinato a rompersi a breve; lancio lungo per Ciciretti, Gomis in uscita di testa anticipa l’esterno romano, la palla termina sui piedi di Letizia che senza pensarci scarica al volo un pallonetto da tre quarti campo che supera il portiere ma, invece di finire nel sacco, incredibilmente tocca terra pochissimi centimetri prima della linea e beffardamente scavalca di quel tanto che basta la traversa.
Episodio fortunato per la Spal che trasforma in oro l’evento positivo e di lì a poco realizza il 2-1 per completare la rimonta; Mattiello se ne va sulla sinistra, scarica un sinistro che Belec riesce solo a respingere e come un falco si avventa il solito Floccari. Palla in rete, esultanza sotto la nord. Si sta concretizzando la Waterloo del Benevento. Ci sarà tempo per una punizione di Cataldi respinta da Gomis e per un bolide al volo di Puscas in piena area, che fa più rumore per la violenza con cui si infrange sulle vetrate del Vigorito che per l’efficacia.
Termina così, la Spal rimane in piena corsa per la salvezza, restando aggrappata a Verona, Crotone e Genoa, tutte a punti nelle partite del pomeriggio. Risultato e risultati che sentenziano invece il Benevento, ultimissimo a un punto e a meno tredici dalla salvezza.
Mai abbattersi nello sport come nella vita, mai arrendersi prima della reale fine, è questione di onore; ma anche volendo lottare solo per questo, le condizioni attuali per farlo sono davvero pessime.
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