Benevento, un incubo senza fine

Verrebbe facile da dire, che quello  successo ieri sul manto erboso del Ciro Vigorito, sia qualcosa di incredibile. Purtroppo, invece, si sta rivelando una tristissima realtà, una consuetudine deprimente che si manifesta quando gioca il Benevento.

Nemmeno qualcuno fra i migliori sceneggiatori di commedie drammatiche, avrebbe potuto pensare ad una trama così. Il Benevento colleziona la sua tredicesima sconfitta su tredici partite in Serie A, mai nessuna squadra aveva fatto peggio nella storia in Europa. Ma la partita di ieri non è stata una semplice sconfitta per 1-2; quella di ieri è stata la fotografia di questi tre mesi di stagione, dove scelte sbagliate, errori e una “maledizione infinita” si intrecciano.

Si parla di maledizione perchè viene naturale pensare alla sfortuna, se vedi che su tredici partite, almeno cinque o sei le hai perse in modo rocambolesco, o negli ultimi minuti, o anche immeritatamente (Bologna, Torino, Cagliari, Sassuolo, Inter). Ma  quando ti accorgi che questa “sfortuna” diventa una routine allora è bene che si lascino da parte maledizioni e influssi malefici e ci si concentri realmente su cosa provoca questa situazione.

Il Benevento anche ieri per perdere la partita ci ha messo pesantemente del suo. Come sempre una prestazione condita da errori macroscopici dal punto di vista tecnico e mentale che in massima serie hanno davvero del tragicomico. Partita tattica quella di ieri, per venticinque minuti  gioco lento e spezzettato, si vede solo il Sassuolo con una girata in diagonale di Matri terminata a lato.

Il pressing pensato ieri da Bucchi funziona bene, e solo quando la sua squadra tira i remi in barca, il Benevento inizia a esercitare pressione offensiva. Al rientro agli spogliatoi il Benevento sembra frastornato, errori tecnici e scarsa concentrazione son il mix perfetto che permettono a Brignoli di confezionare il pacco regalo per Matri (dopo che lo stesso aveva graziato i giallorossi fallendo clamorosamente un’occasione nitida) con un possesso palla estenuante nell’area piccola terminato con un appoggio scellerato.

Il Benevento però reagisce, e dopo una manciata di minuti perviene al pareggio con un tap-in di Armenteros, al primo gol stagionale e migliore in campo per i padroni di casa. Nemmeno il tempo di gioire che Letizia, già ammonito, stende a palla lontana un avversario; Espulsione giusta e davvero stupida. Il Benevento allora arretra il baricentro, e cerca di contenere gli attacchi del Sassuolo provando a pungere con alcuni contropiedi che, per fretta e scarsa lucidità vengono sprecati.

E arriviamo così a questi ormai “famosi” minuti di recupero dove dal Benevento ci si può aspettare di tutto. Costa si trasforma in Andrea Lucchetta (campione di pallavolo), e regala un rigore agli emiliani. Dal dischetto, Berardi fallisce colpendo la traversa; ma non preoccupatevi, il Benevento sa trasformare un evento positivo in uno negativo in un niente. Nemmeno il tempo di allontanare il pallone (in modo per giunta comico, con due difensori sanniti a scontrarsi per colpire la sfera) che viene commesso un fallo inutile quasi al vertice dell’area di rigore, forse per troppa foga. Dal cross nascerà il calcio d’angolo che Peluso insacca di testa alle spalle di Brignoli, saltando facilmente fra la generale immobilità della retroguardia Beneventana.

Adesso capite bene che dopo una serie di errori così, è praticamente impossibile venire a capo di una partita di calcio. La sfortuna la si ha una volta, due, ma il Benevento ne va alla sua spasmodica ricerca. Se la merita. E fa male, malissimo vedere trasformare un sogno inaspettato, trasformarsi in un incubo terribile. E la casella punti recita ancora 0.

Leggi anche:

Benevento-Sassuolo 1-2: le dichiarazioni di Antei nel post partita

Benevento-Sassuolo 1-2: le dichiarazioni di De Zerbi nel post partita

Benevento-Sassuolo 1-2: le dichiarazioni di Cataldi nel post partita