Analisi Benevento-Napoli 0-2: un derby tutto cuore e orgoglio

Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta. È proprio il caso di dirlo ad un Benevento che esce battuto dal derby campano col Napoli 0-2, ma che esce dal Ciro Vigorito applaudito e a testa altissima.

Una prova di coraggio e orgoglio, un gettare il cuore oltre l’ostacolo incondizionato, non avendo timore  di giocare al calcio rispetto a una delle due squadre che lo fa meglio in questo torneo.

Si, perché il Benevento di ieri non ha affrontato il Napoli facendo le barricate. In modo accorto certo, ma con la volontà di ripartire per fare male. Intensità, voglia di giocare il pallone fino al novantesimo, in  una partita che, per chi avesse guardato per la prima volta il Benevento quest’anno, farebbe sorgere spontanea la domanda: “Ma come è possibile che questa squadra ha solo 7 punti”?

Già, il Benevento di ieri tutto è sembrato tranne una squadra distante 13 punti dalla salvezza. Merito di una prestazione davvero coriacea, caricata da un ambiente splendido, con un clima elettrico degno del migliore stadio argentino in una partita di cartello; una prestazione che magari non sarà ricordata per l’esito, ma per l’orgoglio di essersela giocata e aver “vendicato” la figuraccia dell’andata, sovvertendo le chiacchiere di chi si divertiva a pronosticare se fosse finita con 6 o più gol di scarto.

E concedetecelo, per quello dimostrato, il Benevento avrebbe meritato qualcosa di più. Almeno di violare la porta di Reina. Ma sfortuna, imprecisioni tecniche  e una decisione del “VAR” (non smetteremo mai di dirlo, hanno rovinato le emozioni di uno sport con la scusa di creare meno dubbi e polemiche, ma in generale se ne creano solo di più) che come al solito non aiuta i sanniti.

Differenze che riassumono la distanza di ieri fra Benevento e Napoli. Partenopei che si sono dimostrati squadra tecnica e soprattutto cinica, abile a tirar fuori il coniglio dal cilindro al momento opportuno, in controllo ma con pause che, soprattutto nella prima frazione, potevano essere sfruttate dalla “verve” giallorossa.

LA PARTITA – Schieramento a specchio per De Zerbi e Sarri; 4-3-3 per entrambi. Formazione tipo per gli azzurri, qualche novità in casa Benevento. De Zerbi lancia dal primo minuto Sandro in cabina di regia (capitano per l’occasione), riproponendo Djuricic mezz’ala. In attacco, una scelta coraggiosa; Si rinuncia alla punta centrale, dentro Brignola con Guilherme nelle vesti di falso nueve.

Si parte, con tanto di coreografia in curva Sud per un ambiente che nonostante la situazione di classifica accompagna con un sostegno commovente, impregnato di spirito di appartenenza a colori e terra, sentimenti ed emozioni che fanno ricordare quanto è bello questo sport e tutto ciò che attorno si respira.

Pronti via, e il Benevento parte come non ti aspetti: i primi 15 minuti sono tutti di marca giallorossa. Con un Napoli che fa fatica ad entrare in partita, viene fuori tutto lo spirito combattivo dei ragazzi di De Zerbi, che con contropiedi rapidi e ben orchestrati fanno male alla difesa avversaria.

Brignola spedisce in girato a lato, Guilherme e Djuricic ci provano dal limite dell’area spedendo fuori. Reina para a terra un diagonale di D’Alessandro. Peccato  per questo   solito difetto dei giallorossi che fanno una fatica bestiale a concretizzare quello di buono fatto con la manovra offensiva. Ed è la fotografia che porta al vantaggio napoletano.

Dopo una clamorosa traversa di Insigne, il Napoli passa con il solito Mertens che in piena area controlla un pallone diffcile, e con un tocco sotto beffardo, deviato leggermente da Costa, beffa l’esordiente Puggioni.

Il Benevento non si scoraggia. Pallino del gioco in mano al Napoli che sfiora il raddoppio in un paio di circostanze, ma il Benevento è vivo e continua nel suo gioco palla a terra,   fatto di rapide ripartenze .

Una di questa porta alla più clamorosa occasione per i Sanniti. Brignola converge dalla destra, il suo tiro deviato diventa un assist al bacio per l’inserimento di Djuricic che da due passi spedisce incredibilmente fuori a Reina quasi battuto.

Seconda frazione che si apre con la frittata giallorossa; Venuti perde una palla in uscita sanguinosa, due passaggi e il Napoli confezione l’azione da calcetto che Hamsik realizza per lo 0-2. Il Napoli cala il ritmo, il Benevento non è più brillante come nei primi 45 minuti dove ha speso davvero tanto, ma continua a fare la propria partita e a lottare su ogni pallone.

Poco prima dell’ora di partita il Benevento ha l’occasione giusta per riaprire meritatamente il Derby; palla vagante in mezzo all’area dopo un’azione rapida dei giallorossi, Koulibaly si addormenta e stende il suo diretto avversario Costa che gli taglia alle spalle. Rigore netto.

Tutti pronti per il tentativo di trasformazione, anzi no. VAR. Come al solito mai benevolo col Benevento. Viene registrata una posizione irregolare non sul taglio decisivo, ma  all’inizio dell’azione da parte di Sandro che, dopo 5 passaggi  porta poi al rigore. Il fuorigioco c’è, ma ci viene da chiedere quante azioni in questo campionato, se riviste dal principio, dovevano essere fermate o in caso di realizzazione annullate.

Il Benevento, con cuore e ultime energie ci prova ancora. Costa in stacco aereo spedisce incredibilmente fuori. Il ritmo cala, il Napoli gestisce, bene, il pallino del gioco fino a portarla a termine dove sfiora l’esagerato 0-3 con Callejon che fallisce solo davanti a Puggioni.

Un Benevento completamente evoluto rispetto alle partite con Bologna e Torino. Una prestazione che fa ben sperare per il futuro ma che è figlia di una concentrazione e di una caparbietà che non deve essere solo frutto dell’entusiasmo di affrontare una squadra blasonata. Il Benevento deve riuscire a superare la paura di non riuscire a portare a casa il risultato con squadre più alla portata, con cui basterebbero prove così per portare a casa tanti punti.

Soprattutto, iniziare a limitare quel gap caratteriale fra casa e trasferta. Ci sta che il Vigorito contribuisce in modo smisurato a  galvanizzare  e infondere fiducia, ma non è contemplato andare fuori casa come vittime sacrificali.

Bravo Benevento, hai reso orgoglioso  un popolo in un derby che è stato alla pari più di quanto ottimisticamente era possibile pensare.