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Analisi Atalanta-Torino 0-0: bene, ma ancora a secco di vittorie

“Bene, ma non benissimo”. È questa, in estrema sintesi, quella che è stata Atalanta-Torino. Partita dove i nerazzurri hanno ritrovato aggressività, fame e gioco, ma è mancato il gol. Gol che non è arrivato nonostante le tantissime occasioni da rete. La vittoria manca ancora: è dalla prima giornata, contro il Frosinone per 4-0, che i nerazzurri non vincono. Con il pareggio conquistato contro i granata, gli orobici salgono a quota 6 punti in classifica: stessi di due anni fa e due in meno rispetto all’anno scorso. Ma non perdiamoci in chiacchiere e mettiamo in evidenza gli aspetti positivi (l’azzurro) e quelli negativi (il nero) del match di ieri sera contro il Torino.

L’AZZURRO DI ATALANTA-TORINO

CUORE E GRINTA PER TUTTO IL MATCH – Gli occhi della tigre, quelli che ti permettono di giocartela alla pari contro chiunque; indipendentemente dall’avversario. Ieri sera l’Atalanta ha lottato alla grande, esprimendo il suo gioco attraverso un 3-4-3 a trazione anteriore. Ci si aspettava di ritrovare il carattere, ma soprattutto la fame dei ragazzi; non si è vista più quella Dea timida e messa in campo senza una logica come era successo contro la Spal. Certo, è mancato soltanto il gol per portare a casa la vittoria, ma psicologicamente la squadra sta bene ed è in forma (escludendo alcune pedine), e se questo ritmo e questa intensità saranno presenti anche a Firenze, la trasferta contro i Viola (alias: scontro diretto per l’Europa), potrebbe regalare il primo colpo esterno della stagione.

UN OLANDESE, DUE ARGENTINI E UN COLOMBIANO – Un’olandese, due argentini e un colombiano – Quattro giocatori di tre nazionalità diverse. Cosa hanno in comune queste quattro perle nerazzurre? Sono stati i migliori in campo sfruttando le loro capacità (quasi) al meglio. Ma andiamo con ordine.

Palomino – Grande partita quella del numero 6 atalantino; tiene a bada gli attaccanti granata sfruttando il suo fisico per rubare la palla. Per non parlare del suo contributo in attacco: comincia ad avanzare per aiutare i suoi compagni di squadra. Partita da 7.

Rigoni – Quanta qualità ha il ragazzo. Certo, ha sbagliato il gol del possibile vantaggio atalantino, ma ha disputato una grande partita: corsa, dribbling, grande nell’uno contro uno. Purtroppo il numero 24 atalantino è stato sostituito troppo presto, ma è già diventata una pedina fondamentale per questo club.

De Roon – Lolandese volante non si stanca mai di crederci fino alla fine: recupera palloni a centrocampo e si dimostra costruttivo in fase d’attacco. Grande prova di carattere del numero 15 atalantino.

Zapata – Quanta volontà quella del colombiano. Finalmente gioca attraverso un sistema di gioco che lo favorisce. L’ex Sampdoria si fa strada usufruendo del suo fisico arrivando alla conclusione, ma senza concludere in rete. Il numero 91 atalantino è in crescita e la cosa è abbastanza evidente: il gol è questione di giornate.

IL NERO DI ATALANTA-TORINO

FATTORE JOSIP ILICIC – Che il numero 72 atalantino non si ancora al top della forma è un dato di fatto, ma bisogna capire quali sono le vere intenzioni di Gasperini; è giusto farlo giocare, ma vedendo la sua ultima prestazione contro i granata è ben evidente che il ragazzo più di 10 minuti non può giocare. Il suo ingresso al posto di Rigoni ha reso la squadra poco veloce. Diamo tempo al tempo: giusto farlo giocare, ma nella giusta maniera.
PROBLEMI SULLA FASCIA SINISTRA – Uno degli aspetti negativi del match è stata la prestazione di Robin Gosens: non è riuscito a dare l’impatto giusto sulla fascia sinistra: troppe palle perse, traversoni poco incisivi e corsa non performante. Visti gli evidenti problemi del tedesco si poteva adottare la carta Ali Adnan, ma con il senno di poi è tutto più facile.

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