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Alvaro Recoba a La Nuova: “Venezia, ricordi bellissimi”

Alvaro Recoba è tornato in provincia di Venezia, a Jesolo, in occasione della Bobo Summer Cup. Il Venezia FC lo ha omaggiato con la nuova divisa home ufficiale, e El Chino ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne de “La Nuova”, ricordando i tempi passati con la maglia arancioneroverde.

Alvaro Recoba: intervista a La Nuova Venezia

Queste le sue dichiarazioni, partendo da quei ricordi della Serie A: “Lo stadio Penzo sempre pieno, il viaggio in vaporetto per andare a giocare la parttia, la gente che ti ringraziava. Sono dei ricordi bellissimi. Un po’ di anni fa mi avevano invitato a una partita, ma non ero potuto venire e mi era dispiaciuto. L’anno scorso è venuta a Venezia mia figlia per la gita scolastica. Sono andati in una pizzeria e qualcuno ha detto che era la figlia di Recoba, il ragazzo della pizzeria si è messo a piangere. Ogni volta ricevo bellissime parole da Venezia. Voglio tornare al Penzo per una partita tra o ex o per partecipare a qualche iniziativa”.

Recoba racconta poi il suo passaggio al Venezia: “Io e mia moglie eravamo due ragazzini, io avevo 20 anni e lei 18. A gennaio mi dissero “guarda che ti vuole il Venezia”. Mi ricordo che poco prima avesse perso 2-6 contro l’Inter. Alla fine decisi di venire perché mi convinsero Novellino e Moratti. A Venezia fin dal primo giorno mi sono trovato da Dio. Tutti i venerdì si giocava a bowling con le famiglie. In questi giorni farò un salto in città con la famiglia, ma come turisti”.

Il Venezia di oggi: “Sto seguendo tramite i social network. C’è stata grande confusione e alla fine hanno mantenuto la Serie B. Mi auguro che Venezia faccia un buon campionato, seguo con affetto. Mi viene la nostalgia, vorrei rivedere il Penzo così pieno. Futuro da allenatore del Venezia? Sarebbe bello, ma non mi permetterei mai di prendere una squadra così importante come il Venezia senza avere la giusta esperienza. Non è che perché hai giocato nel Venezia e ti chiedono di andare ad allenarlo devi farlo, sarebbe una mancanza di rispetto verso la maglia senza le giuste competenze”.

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