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Atalanta, regole più severe sugli autografi: solo materiale ufficiale. Scelta giusta o linea esagerata?

Della serie: non si può mai star tranquilli neanche nelle cose più semplici. L’Atalanta si adegua alla regola già introdotta da molte squadre di Serie A: i giocatori ospiti dello store di via Tiraboschi potranno autografare solo magliette e materiale ufficiale. La notizia è stata messa come postilla nei primi tre appuntamenti dei giocatori allo store di via Tiraboschi: «Nel rispetto dei Partner e dei Licenziatari, si informa i tifosi che potranno chiedere autografi solo su materiale ufficiale Atalanta Bergamasca Calcio».

Prima con Rigoni e Pasalic, oggi con Ali Adnan: chi si presenterà allo store per strappare un autografo potrà farlo solo se avrà con sé una maglietta o materiale ufficiale dell’Atalanta. Questa linea ha fatto discutere molto tra i tifosi; tra chi gridava allo scandalo o addirittura invitava il popolo nerazzurro a non andare come forma di protesta. Ma è veramente esagerata questa decisione? Analizziamo la situazione.

TUTELA DEL PROPRIO MARCHIO – Come citato prima nell’introduzione, non è certamente una novità nel mondo del calcio; infatti molte società adottano questa tipologia di linea in caso di autografi i calciatori. Perché? Perché si tratta di una lotta contro la contraffazione. Dobbiamo tener conto che, in quanto Serie A, dobbiamo colmare il gap sulle altre squadre dal punto di vista del merchandising: campo molto sottovalutato, ma che aiuta sotto il profilo economico (basta pensare al boom di Cristiano Ronaldo alla Juventus, nella quale nel giro di due settimane ha aumentato il fatturato grazie alla vendita di magliette ufficiali). Facciamo un esempio semplicissimo: nella Premier League la maggior parte dei tifosi indossa sempre materiale ufficiale, e non contraffatto; partendo principalmente dalle divise della squadra. Qui in Italia invece si applica un ragionamento che se da un lato può risultare economico, dall’altro invece è dannoso; cioè quello di prendere la maglia alle bancarelle vicine allo stadio, anche se non è originale (tenendo conto anche di diversi fattori che dopo verranno citati). Facendo ciò non è possibile tutelare il marchio Atalanta Bergamasca Calcio, ma bensì si finanzia la contraffazione di materiale calcistico falso (le maglie/sciarpe con scritto Bergamo FC non vi dicono nulla?). La scelta che ha fatto l’Atalanta è giusta da questo punto di vista, ma deve essere anche la società stessa a cercare una soluzione per incentivare la gente a comprare.

AIUTAMI AD AIUTARTI – Se da una parte i tifosi devono aiutare la società comprando materiale originale, Percassi & Company devono sedersi intorno ad un tavolo e trovare una soluzione per incentivare la gente a comprare solo ed esclusivamente dall’Atalanta Store; anche perché bisogna tener conto che molti tifosi non hanno le possibilità economiche di prendere maglie che arrivano a costare quasi 160€; per non parlare delle patch che costano di più rispetto ad un menù completo del Mcdonald. Un’idea sarebbe quella di proporre un calo dei prezzi come si faceva fino a qualche anno fa; verso la fine della stagione: invece che 80€, le maglie venivano a costare 35€ (e non sarebbe male ipotizzare di rendere gratuita l’opzione: numeri e scritta personalizzata). Oppure quella di offrire ai tifosi dei kit completi ad un prezzo modesto; in modo da poter vedere gente allo stadio con materiale ufficiale; quasi da scaturire un effetto simile ai giubbotti mimetici nerazzurri nella stagione 2014/2015 Come citato nel primo capitolo, è giusto che la società si tuteli, ma deve essere la stessa società a dare una mano ai propri tifosi; della serie: “Aiutami ad aiutarti”.

UNA LINEA CHE NON DEVE FERMARE I TIFOSI – Nonostante questa tutela economica, l’Atalanta non deve mai abbandonare una teoria; quella del buon senso. Sappiamo quanto sia fondamentale il rapporto tra squadra e tifosi a Bergamo (la Festa della Dea e la vicinanza del popolo atalantino nei momenti di difficoltà è la dimostrazione più evidente); quindi se nel caso arrivasse un bambino che desidera la firma su un foglio di carta o sulla pagina del proprio diario, deve essere accontentato: guai a negargliela; perché il calcio va avanti grazie ai tifosi e negare un minimo gesto a coloro che ogni domenica pagano per vedere la loro squadra del cuore giocare è una mancanza di rispetto; indipendentemente dal business. Speriamo che questa linea venga meno attutita dai tifosi e che la stessa società Atalanta incentivi il suo popolo non solo in campo, ma anche sotto questo aspetto; per poter crescere non solo dal punto di vista del marketing, ma anche in quello della coesione.