Cosa abbiamo visto alle Next Gen ATP Finals

L’inviato a Milano Francesco Paresce – Nella nostra avventura che ha riguardato semifinali e finali abbiamo avuto l’opportunità di osservare i campioni del tennis di domani.

La prima semifinale è stata disputata tra Andrey Rublev e Borna Coric. Sebbene essa fosse considerata la più lottata tra le due, la sfida si è conclusa in tre set. Un Rublev perfetto ha demolito un Coric troppo falloso.

Il russo ha dimostrato nella semifinale di essere migliorato partita dopo partita in questo torneo e di essere apparentemente pronto per il 2018, anno della sua palpabile conferma. Il croato, dal canto suo, non ha avuto nemmeno una chance di entrare in partita, se non nel secondo set al tie-break.

Nella seconda partita abbiamo avuto la possibilità di osservare la somatizzazione in un uomo del muro di Berlino : Il sudcoreano Chung. La semifinale tra quest’ultimo e il russo Medvedev è stata spettacolare. Un inizio fenomenale di Chung aveva spento tutte le speranze di lotta. Due set a zero e un break di vantaggio, una risposta tanto spaventosa quanto efficace che ricordava Djokovic e una percentuale superflua di errori gratuiti.

All’improvviso però la luce nel giocatore in vantaggio si è spenta e Medvedev è tornato in partita portandosi a casa il tie-break del terzo set. Come due variabili inversamente proporzionali, il russo saliva di livello e il sudcoreano diventava più falloso.

Nel quarto parziale Medvedev ha espresso un gioco fantastico, la sua migliore versione del torneo, probabilmente utilizzando tutte le sue risorse energetiche. 4-1 e match al set decisivo.

Tra la folla che era in visibilio e le energie che scendevano, Chung enfatizza il suo cinismo e demolisce l’avversario nel quinto set.

Una finale raggiunta grazie a una prestazione fenomenale e la consapevolezza di affrontare in finale un avversario che ha sconfitto in tre set pochi giorni fa, hanno reso il sudcoreano favorito nella vittoria delle Next Gen Finals.

Il giorno della finale però non è stato perfetto.

La notizia negativa di una bellissima serata e una bellissima finale, è stata la partita che valeva per il terzo posto, con Borna Coric che si è ritirato anzitempo permettendo a Medvedev di ottenere la terza posizione senza giocare.

Gli organizzatori hanno così deciso di mettere in scena un’esibizione, che ha comunque infastidito il pubblico poiché non ha garantito lo spettacolo atteso.

 

Per quanto riguarda però la partita importante, il sudcoreano ha mantenuto il pronostico, giocando una partita molto solida e approfittando degli errori gratuiti ( e del nervosismo) dell’avversario.

Dopo un primo set perso al tie break, Chung era andato sotto di un break nel secondo e l’avversario stava praticamente dominando la partita.

Potremmo semplicemente dividere in due la prestazione di Rublev.

Fino al momento citato poc’anzi, una partita perfetta con un numero di vincenti e una percentuale al servizio molto elevati.
Dopo il 3-2 e servizio invece si è spenta la luce nel giovane russo.

Perde il servizio che lo avrebbe portato due set a zero e gioca un tie-break pessimo, afflitto dal nervosismo probabilmente dovuto all’incapacità di trovare la prima di servizio e di chiudere la partita.

La partita sostanzialmente è finita lì, poichè nonostante comunque il russo abbia avuto qualche chance di rientrare in partita, la calma e la costanza del neo campione del torneo hanno sovrastato la rabbia e la potenza di Andrey.

Il terzo e il quarto set sono simmetrici, doppio 4-2 e torneo conquistato dal giovane sudcoreano.

La manifestazione si conclude con la vittoria di uno dei giocatori non pronosticati all’inizio, ma con l’unico di essi che è riuscito a mantenere un livello altissimo in tutti i momenti delle Finals.
Il talento degli altri sette è stato fulminato dalla costanza e dalla difesa djokoviciana di Chung.
Ciò dimostra che nel tennis, il talento è solo il 30%.
L’altro 70% è lavoro, dedizione, caparbietà, voglia di andare oltre i limiti.

Purtroppo per il vincitore, il suo livello di gioco probabilmente non gli permetterà mai di arrivare ad un risultato storico, come la vittoria di uno Slam, poiché per i colpi che ha non si avvicinerà mai ai primi 5/6 del mondo, mentre giocatori come Rublev e Shapovalov i colpi li hanno per poterlo fare.

Nonostante questo, se dovesse continuare ad esprimersi in questo modo, sarà presto tra i primi venti del mondo mentre gli altri dovranno mettersi a lavorare tanto per raggiungere quegli obiettivi che il mondo del tennis si aspetta da loro.

La manifestazione è stata molto bella, e dare un giudizio a essa soltanto relativamente alle nuove regole sperimentali, sarebbe da sciocchi.

Un’organizzazione perfetta e un’arena splendida hanno dato vita ad uno spettacolo raro in quel di Milano, che oramai da anni non si vede penetrata da tale importanza riguardo il tennis.

Questo magnifico sport non si ferma mai, e vi da appuntamento alle Finals dei grandi, che iniziano oggi.

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