Quando le cose girano male si cerca sempre di trovare una soluzione, o peggio, una sorta di colpevole per quello che sta succedendo in campo. Che l’Atalanta non stia attraversando un bel periodo è cosa nota anche tra le mura di Città Alta, ma la cosa che più preoccupa il pubblico bergamasco è la logica con cui Gasperini sta schierando la sua squadra nell’ultimo periodo: se tra Cagliari e Spal il problema era riconducibile all’aspetto psicologico, ora invece si tratta di una questione tecnico/tattica; tenendo conto anche di imprevisti, certezze e un sacco di dubbi. Ma non perdiamoci chiacchiere e analizziamo, reparto per reparto, la situazione attuale della Dea.
DIFESA
LA DURA ASSENZA DI MASIELLO
Il problema principale, per quanto riguarda la difesa, è che l’Atalanta dovrà fare a meno di Andrea Masiello per almeno un mese. Mercoledì mattina, infatti, il difensore viareggino della Dea è stato sottoposto a una prima ecografia dopo l’infortunio subito domenica contro la Sampdoria e il responso è stato un brutto colpo: lesione di secondo grado al bicipite femorale della gamba destra e almeno 25 giorni di attesa prima di poter tornare in gruppo. La notizia è confermata anche attraverso un post pubblicato su Instagram dallo stesso numero 5 atalantino dove cita: ”Era quello che purtroppo ci aspettavamo: Lesione di secondo grado a retto femorale. Sono molto dispiaciuto e arrabbiato perché dovrò stare fermo per un po’, ma questo non mi impedirà di stare vicino ai miei compagni e sostenerli in questo momento di difficoltà”. Segno di come “The Wall” sia cardine non solo in campo, ma soprattutto nello spogliatoio: il suo carattere è fondamentale, con il suo modo di spronare i ragazzi nei momenti di difficoltà. La sua assenza che gli farà saltare Chievo, Inter e Parma potrebbe incidere.
CONFERMA SUDAMERICANA
Nonostante l’assenza di Masiello, l’Atalanta ha a disposizione due certezze in difesa: Toloi e Palomino. Il primo è molto combattivo; per non parlare del suo grande appoggio anche quando c’è da avanzare in avanti. Certo, ha qualche lacuna, ma è molto migliorato rispetto all’anno scorso. Vista l’assenza del numero 5 atalantino sarà lui l’uomo leader: figura già dimostrata in questi tre anni nerazzurri. Dall’altra parte l’argentino non fa mai brutta figura in campo: è aggressivo, preferisce prendersi il rischio nell’uno contro uno, il 6 lo porta sempre a casa e se può da anche una mano in attacco. Per il mister sono entrambi inamovibili e il “perché” è molto scontato.
CAPITOLO MANCINI E DJIMSITI
Accanto a Palomino e Toloi, Gasperini avrà il compito di sostituire l’infortunato capitano nerazzurro scegliendo uno tra Mancini e Djimsiti. Su Gianluca sappiamo quali sono le potenzialità, ma soprattutto le difficoltà: se l’ex viola è bravo ad anticipare, a costruire e a colpire di testa; in fase di marcatura fa troppi errori; dall’altra l’ex Avellino non ha sfigurato ed è stato tenuto viste le ultime prestazioni nei preliminari di Europa League. Il favorito sembra essere il numero 23 atalantino, ma mai dire mai.
CENTROCAMPO/TREQUARTI
RIFIATARE LO SVIZZERO FREULER
De Roon e Freuler sono i cardini del centrocampo atalantino, ma ultimamente vi è presente una lacuna. Escludendo l’olandese che in tutte le partite si sbatte dimostrando fame, compattezza e costruzione in mediana, lo svizzero Remo Freuler non riesce più a tenere il ritmo: è stanco e ha bisogno di rifiatare. Certo, il numero 11 nerazzurro ha sempre dimostrato grande impegno, sudore e determinazione, ma sia per la preparazione iniziata troppo tardi, ma soprattutto la sua continua permanenza in campo ha condizionato le sue energie: c’è bisogno di far riposare il ragazzo e di sostituirlo, momentaneamente, con un altro giocatore; solo così potrà sfoderare il 100% del suo potenziale.
QUESTIONE TREQUARTISTA: MINI RIVOLUZIONE?
Arrivando sul tema trequartista, tutti i tifosi si fanno la stessa domanda: “Perché Gasperini continua a far giocare Pasalic sulla trequarti quando è ben evidente che il ragazzo non riesce ad ingranare?”. Quello visto contro il Frosinone si trattava di un fuoco di paglia; faceva sembrare che l’ex Milan potesse ricoprire alla perfezione il posto che prima apparteneva a Cristante, ma invece si è rivelato tutt’altro: troppo lento e per nulla incisivo. Inoltre, ci si domanda come mai il mister di Grugliasco non opta di fare una “mini rivoluzione” mettendo dentro giovani più affamati come Pessina e Valzania. La risposta lascia il tempo che trova, ma se il numero 88 atalantino si dimostra quasi “un intralcio”, sarà necessario puntare su qualcun altro: i due giovani citati prima ricoprono bene quel ruolo. Staremo a vedere se a Verona Gasperini effettuerà qualche cambiamento.
PROBLEMA NON “ESTERNO” ALLA DEA
Uno dei reparti più discussi negli ultimi giorni, ma andiamo con ordine. Il modulo dell’Atalanta è abbastanza prevedibile; in particolar modo per quanto riguarda il gioco sulle fasce. Ciò non dovrebbe essere un problema se i giocatori non fossero così tanto discontinui: Hateboer non riesce ad ingranare, Gosens fa bene ma non è così veloce come lo era Spinazzola, Ali Adnan non gioca, stessa cosa Reca. L’unico che sembra convincere e Castagne: veloce, determinato e che taglia verso l’interno per buttare palloni in area di rigore. C’è anche da contare che la troppa discontinuità è data dalla troppa alternanza tra i vari giocatori; vista la situazione meglio trovare delle certezze, altrimenti si dovrà cambiare modulo.
ALI/ATTACCO
ONLY PAPU, LA GESTIONE DI RIGONI E ILICIC, L’ATTESO GOL DI ZAPATA
Gasperini continua sempre a puntare su Papu Gomez in attacco; quasi come se l’Atalanta fosse dipendente da lui, e ciò non gli permette di rifiatare un attimo. Sul numero 10 atalantino ci sono da sottolineare certi punti: quando c’è da attaccare decide sempre di fare tutto da solo, non passa quasi mai la palla e tende sempre andare al tiro. Certo, è uno di quei giocatori che può dare quella qualità in più, ma ora sta risultando poco decisivo; soprattutto per colpa di questi aspetti. Per quanto riguarda Rigoni, ha dimostrato un gran potenziale, ma la poca certezza sul modulo di Gasperini pecca la sua continuità; se non si vuole rinunciare ad entrambi gli argentini un 3-4-3 sarebbe l’ideale. La questione di Ilicic è semplice: non è ancora in forma e ora come ora è più un peso che un aiuto. Infine c’è Zapata, ancora a secco di gol. Contro la Sampdoria ha giocato bene, nonostante la sfortuna sotto-porta, ma per vedere risultati più rapidi bisognerebbe cambiare l’impostazione in attacco per favorire il colombiano.
Leggi anche:
L’opinione dei tifosi dell’Atalanta sulla crisi della Dea in campionato