12 maggio 1985: il Verona è Campione d’Italia!

Dall’85 all’eternità“. Così citava uno striscione esposto in Curva Sud il 13 maggio 2005, per festeggiare il ventennale di una delle più grandi imprese dello sport italiano e mondiale. Oggi, a trentatré anni di distanza da quella cavalcata memorabile, il ricordo dello Scudetto a Verona è ancora palpabile, una memoria stampata nel cuore e nella mente, che chi ha vissuto quel giorno ha tramandato alle generazioni a venire.

Erano i magici anni Ottanta. Erano gli anni di Bagnoli e Mascetti, di Garella, Di Gennaro, Penzo, di Elkjaer e Briegel, di Tricella, Fanna e tanti altri, della Canon e dell’amministratore Chiampan. Anni magici, che hanno regalato a Verona e all’Hellas uno Scudetto, due finali di Coppa Italia e tre partecipazioni alle coppe europee. Anni fantastici che con ogni probabilità non torneranno mai più.

Certo quel Verona era forte, arrivava da un quarto e un sesto posto, ma pochi (probabilmente nessuno) si sarebbero aspettati la vittoria di quello che allora era il campionato più bello e difficile al mondo. Una vittoria, come dichiarato da Antonio Di Gennaro in esclusiva a YSport qualche tempo fa: “Maturata e costruita nel tempo. Tutti ricordano lo Scudetto, ma lo zoccolo duro di quella squadra partì dalla Serie B“.

L’arrivo nell’estate dell’84 degli stranieri Elkjaer e Briegel ha di certo fatto fare un salto di qualità ad una squadra già competitiva. Ma l’artefice principale di quella vittoria altri non può essere che Osvaldo Bagnoli, persona umile e pacata, ma non per questo senza spina dorsale. Un allenatore che aveva capito che creare un gruppo di uomini (prima che calciatori) avrebbe fatto la differenza.

Un campionato condotto in testa dalla prima all’ultima giornata. Quel Verona mise dietro squadre del calibro della Juventus di Platini, la Roma di Falcao e Pruzzo, l’Inter di Rummenigge e il Torino di Junior. E fu così che il 12 maggio del 1985, grazie ad il pareggio per 1-1 sul campo dell’Atalanta, l’Hellas di Bagnoli si assicurò la matematica certezza di uno Scudetto che ancora oggi segna una delle pagine di storia più belle del calcio italiano.

Un ricordo bellissimo, che riempie i cuori dei tifosi gialloblu e di tutti gli appassionati di sport. Una memoria che, purtroppo, fa da contraltare ad una situazione attuale non propriamente florida, per usare un eufemismo. Ma questa è un’altra storia, di cui ora non è giusto parlare.

Per sempre grazie, Campioni d’Italia!

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