A Verona c’ha lasciato il cuore. Daniele Cacia, protagonista indiscusso della promozione in Serie A nella stagione 2012-13, ha una gran voglia di tornare in riva all’Adige, come quando fece 24 gol (record per un giocatore dell’Hellas) in una sola stagione con Mandorlini allenatore.
In un’intervista al quotidiano veronese L’Arena, Cacia dichiara: “Tornare a Verona? Mi piacerebbe essere il nuovo Toni del Verona, in serie B ci può stare. Anche lui lo davano per finito ma poi guardate cosa ha fatto in due stagioni. Se trovo una squadra che mi aiuta, posso ancora fare venti gol. Con l’età ho tolto anche qualche piccolo capriccio ed ora sono al top. A Verona verrei a piedi, l’ho scritto anche a Setti e lui mi ha risposto in modo intelligente e misurato. Noi ci conosciamo e lui sa cosa può dare Cacia al Verona. Perché l’Hellas mi è rimasto dentro? Perché l’Hellas è l’Hellas. Chi mi conosce sa che non sono un ruffiano. Sono un professionista e credo che la Serie B sia un po’ il mio habitat naturale. Quando indossi la maglia gialloblù hai una scarica pazzesca. Entri al Bentegodi e ti senti più forte“.
Continua Cacia: “Ho amici a Verona e appena finisce la scuola mio figlio facciamo un giretto di un paio di giorni. Città splendida e poi la gente mi riconosce ancora e mi ferma per strada. Cosa potrei dare a questa squadra? Tanto e partendo da dietro, poi per giocarmela con tutti. Se posso dire, l’errore più grosso è stato quello di smantellare in fretta giocatori che avevano dato qualcosa in più. Non parlo del sottoscritto ma di Maietta, Rafael, Gomez ed anche Moras. Altri non mi vengono in mente in questo momento. Nel calcio d’oggi servono dei giocatori che danno qualcosa in più per il rapporto con la piazza e quando indossi quella maglia. Non l’ho mai detto a nessuno ma prima di entrare in campo, soprattutto al Bentegodi, mi guardavo allo specchio e accarezzavo lo stemma sulla maglia. Non lo so, mi veniva naturale“.
Il Verona arriva dalla stagione peggiore della sua storia in Serie A: “Cos’è successo quest’anno all’Hellas Verona? Non puoi mettere in discussione subito un attaccante come Pazzini. Ma siamo matti? Se Pazzini non fosse stato all’altezza si sarebbe eliminato da solo. Fusco? Ha fatto un errore clamoroso, ossia difendere ad oltranza Pecchia. Non ho nulla contro nessuno, ma l’Hellas non ha mai acceso la luce una volta in tutto il campionato. Bisognava cambiare. Perché Setti dovrebbe riprendermi? Perché sto bene e ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto chiudere la carriera a Verona, come ha fatto Luca Toni. Darei tutto me stesso per segnare ancora gol per l’Hellas. In casa ho la targa che mi hanno dato i tifosi. Potrei essere utile per i giovani. Sono orgoglioso di parlare sempre del Verona, l’ho fatto a Bologna, Ascoli e a Cesena. Non sono un lecchino ma quella maglia e quei tifosi li rispetterò per sempre. E se resta il Pazzo? Grande il bomber, meglio. Pensa due vecchietti come me e Pazzini, con un giovane da far crescere. Facciamo 40 gol minimo. Li buttiamo via?”.
Capitolo allenatore: “A Bari mi dicono che Grosso non si muove ma a me queste cose non mi interessano. Lui però sta facendo bene, anche se ieri è uscito col Cittadella. Nicola mi sembra difficile. Gli avversari del Verona per la serie A? Dico Benevento, Crotone e quella che sarà la grande delusa dai play off. Attenti alla Cremonese di Mandorlini, che farà la squadra per salire“.
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