Noto con rammarico che, al di là dei formali apprezzamenti sul mio lavoro fin qui svolto, al di là della manifestata volontà di non modificare nell’immediato gli assetti dirigenziali attuali, si stanno consumando comportamenti ed azioni che, nei fatti, delegittimano il mio ruolo di responsabile dell’area tecnica.
Tralasciando la decisione di smembrare il settore giovanile, della quale non avevo avuto preventiva conoscenza, mi è parso chiaro che l’attuale Società non abbia il coraggio di fare chiarezza sul futuro organigramma, in particolare sulla mia posizione.
Negli ultimi giorni sono stato invitato a partecipare a tante riunioni, tutte intrise di ipocrisia e falsità.
Oggi, in particolare, ho partecipato ad una riunione operativa, in cui era presente in un primo momento anche il Mister. In una prima fase sono state condivise le linee programmatiche dell’imminente calcio mercato, volte al rafforzamento dell’organico, sulla scorta delle indicazioni di calciatori che avevo già da qualche mese individuato e contattato (sempre nel rispetto delle esigenze di budget, come ho già fatto nel mercato estivo).
La riunione è continuata, previo allontanamento di Capuano, ma lo scenario è cambiato totalmente, al punto da farmi comprendere che questa Società ha in mente già il nome del nuovo direttore sportivo.
Il comportamento suddetto (avere pianificato la mia sostituzione sin dall’insediamento, ma non avere il coraggio di comunicarmelo con chiarezza) mi sembra un pessimo regalo di Natale.
Eppure qualche settimana prima dell’inizio del campionato ho accettato di assumere il ruolo di D.S. in un momento scomodo e drammatico, confidando esclusivamente sia sui miei buoni rapporti costruiti nel mondo del calcio dopo decenni di sacrifici e lavoro, che sull’amore della tifoseria verso la squadra, di cui sono da sempre testimone.
Sino ad oggi, anche nei momenti in cui il campo non dava soddisfazioni, ho voluto personalmente ascoltare i tifosi, le loro legittime rimostranze, rispondere alle osservazioni della stampa tutta.
Non credo di meritare un simile atteggiamento: con un po’ di presunzione ritengo che prendere in giro Di Somma vuol dire prendersi gioco di un pezzo di storia calcistica e non solo di questa Provincia.
Con altrettanta ipocrisia potrei restare, a mò di prestanome ad occupare formalmente il mio ruolo, ma sono troppo legato a questa piazza, alla sua storia (sia sportiva che sociale), per poter accettare comportamenti poco chiari che ledono la mia dignità e la mia serenità.
Le premesse comportamentali della nuova Società determinerebbero in futuro contrasti, o peggio scontri, che destabilizzerebbero la serenità e l’equilibrio della squadra; lungi da me arrecare, anche se involontariamente, turbamento alla mia “Avellino”.
Grazie a tutti coloro che hanno accettato con me di intraprendere questo cammino, nonostante qualche motivo di incertezza sul futuro.
Salvatore Di Somma
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