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Rolando Bianchi: “Sarò a Manchester per City-Atalanta, Cairo un genio”

Alla vigilia dell’attesissimo match che vedrà protagoniste Manchester City e Atalanta, ha parlato ai microfoni di TMW il doppio ex Rolando Bianchi, centravanti che si è affermato in Italia anche con la maglia del Torino. La forza dei Citizens, il gioco di Gasperini e i ricordi che legano Rolando all’ambiente inglese e all’avventura bergamasca, senza dimenticare l’amore per la piazza granata (che lo ha visto diventare uomo e capitano).

Il City mi ha invitato a seguire la partita con l’Atalanta – ha annunciato Bianchi –. L’ambiente mi ha dato tanto, all’inizio ho faticato a inserirmi, tra la lingua e altri aspetti, io ero molto giovane. C’erano piccoli cambiamenti per chi, a 24 anni, va a giocare in un’altra nazione.

La mia esperienza all’Atalanta? Ho giocato poco, quando ero giovane subentravo, con Colantuono non avevo spazio – ha aggiunto – e, per le mie caratteristiche fisiche, questo era un problema. Ho fatto due gol in Coppa Italia, uno all’esordio, è dove ho giocato con più continuità. Giocando poche partite è difficile fare la differenza.

Le difficoltà dell’Atalanta in Champions? Si tratta di un campionato a sé, un torneo difficile e complicato. Le squadre sono molto forti, incontri le grandi d’Europa. La Serie A è ancora un po’ indietro.

Torino? È la piazza che più mi rispecchia, ho un carattere particolare, ho bisogno di essere sempre sotto pressione, mi piace. Odio le piazze mosce, – ha ammesso – mi piace la sensazione di difficoltà, regala grandi emozioni. Ho vissuto anni straordinari, pur difficili. Ora è più semplice giocare al Toro.

Cairo? Mi ha voluto, è stato il mio presidente per cinque anni. L’ho incrociato in occasione di Torino-Napoli. È un presidente con una capacità imprenditoriale pazzesca, è avanti anni luce. Se riesce a fare il centro sportivo nuovo per il settore giovanile, poi… Ha preso una scatola vuota e ora gli sta dando una patrimonialità importante, ha fatto grandi cose. Io lo ritengo un genio, tutto quello che ha preso è diventato oro.

Il VAR in Italia? È fatto appositamente per aiutare, alle volte crea problematiche. Sicuramente non c’è malafede, – ha proseguito l’ex bomber di Atalanta e Torino – ma sono situazioni strane e si perde il bello del calcio: uno fa gol, esulta, non sa se il gol è valido o meno. Il calcio è bello perché regala emozioni, esultanze. Il fatto di dover aspettare è innovativo, ma ha tolto un po’ la bellezza. Anche un errore arbitrale fa parte del gioco”.

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