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Paolo Zanetti a DAZN: “Le ambizioni playoff del Venezia e il talento di Seba Esposito”

Nel corso di un’intervista concessa ai microfoni di DAZN, mister Paolo Zanetti ha svelato alcuni segreti del campionato condotto dal Venezia, senza dimenticare i tanti giovani talenti presenti all’interno della squadra arancioneroverde. Sebastiano Esposito su tutti.

Queste le dichiarazioni rilasciate da Zanetti a DAZN: “Noi la squadra del futuro? Deve esserlo, lavoriamo per questo. Sarebbe riduttivo associare una città del genere solo con il calcio. Il colpo d’occhio è molto chiaro: è una città antica, che compie 1600 anni, ma proiettata nel futuro, per dare grande continuità a una bellezza come questa.

Allenatore psicologo? Assolutamente, l’allenatore deve essere psicologo. Soprattutto, non credo nella gestione paritaria: noi abbiamo a che fare con 30 giocatori, dai ragazzi che hanno 17 anni a quelli che ne hanno 40. Sono tutti individui diversi. Nello spogliatoio ho due veri e propri bracci destri: Molinaro e Pomini. Sono anche il nostro segreto probabilmente, proprio nel quotidiano dello spogliatoio.

Aramu? È stato il primo giocatore con cui ho parlato quando sono arrivato qui a Venezia, perché il suo percorso di crescita nasce l’anno scorso, dove è stato la sorpresa della Serie B. Quest’anno arrivava la parte più difficile: confermarsi. Doveva lavorare molto su se stesso, soprattutto dal punto di vista mentale, e credo l’abbia fatto molto bene, raccogliendo ora i frutti del suo lavoro. Può stare benissimo in Serie A, noi abbiamo contribuito alla crescita di un ragazzo di talento, che non si deve fermare.

Sebastiano Esposito? È un ragazzo che ha le stimmate del campione. Deve smussare qualche lato del suo carattere, ma la sua esuberanza è anche la sua forza. È un 2002 che gioca praticamente titolare in una squadra che si sta giocando la Serie A, con lui ho un ottimo rapporto. Sicuramente non gli risparmio nulla, i cazziatoni gli arrivano ogni giorno, però vedo che ha grande predisposizione e che migliora giorno dopo giorno. Non si fermerà qui e vi assicuro che è un talento che farà parte per tantissimi anni della nostra nazionale.

La costruzione del basso? Sto dalla parte di chi crede che questa sia una soluzione. C’è un coefficiente di rischio alto, perché se si perde palla si è molto vicini alla porta, ma è una filosofia di gioco che vuole costringere l’avversario a venir fuori, per trovare nuovi spazi e andare a far gol dall’altra parte attraverso il gioco.

La mia storia da allenatore? Ho smesso di fare il calciatore molto presto, ma la mia è stata anche una scelta lungimirante. Ho iniziato dalla Berretti della Reggiana, poi ho fatto l’esperienza di Ascoli e ora sono qui per crescere. Ho molta fame di arrivare, sono un allenatore ambizioso. È chiaro che noi allenatori dipendiamo moltissimo dai nostri calciatori, senza di loro non siamo nulla.”

(Fonte Foto: Venezia FC)

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