Hellas Verona 2017-18: Top e Flop della stagione dei Gialloblu

Conclusasi nel peggiore dei modi una stagione iniziata tra mille difficoltà, in casa Hellas Verona è tempo di bilanci. Un’annata disastrosa, la peggiore dei gialloblu nella loro storia in Serie A. La squadra di Pecchia ha totalizzato ben 27 sconfitte in 38 partite, incassando la bellezza di 78 reti.

Pochi saranno i giocatori riconfermati per la prossima stagione: alcuni non verranno riscattati, mentre altri saranno ceduti per ragioni di bilancio. Ma prima di mettere l’accento sul futuro dei gialloblu, analizziamo Top & Flop del campionato 2017-18.

TOP

Caceres: il difensore uruguayano arrivava da un anno e mezzo di completa inattività, ed in riva all’Adige ha ritrovato se stesso. Ottimo rendimento sia da difensore centrale che da terzino, ha dato il suo contributo anche in fase realizzativa mettendo a segno 3 reti in 14 partite. L’averlo perso nel mercato di gennaio è stato senza dubbio un peccato mortale.

Romulo: in alcuni tratti devastante, in altri irritante. Sebbene si accenda ad intermittenza, il jolly italo-brasiliano è sicuramente una delle poche note liete del Verona 2017-18. Porta in dote 3 reti e 5 assist, ma anche lui sembra destinato a lasciare l’Hellas nel mercato estivo.

Nicolas: 75 gol subiti in 37 partite sono tanti, tantissimi. Il portiere brasiliano parte male, commette qualche errore grossolano ma a lungo andare finisce con l’essere quasi sempre il migliore in campo. Salva i suoi più volte da tracolli vertiginosi e mette le mani nei rari exploit dei gialloblu. Spesso in difficoltà nel gioco con i piedi, diventa protagonista in negativo negli incontri che segnano definitivamente il destino degli uomini di Pecchia, ossia le partite con Bologna e Sassuolo.

Silvestri: gioca solamente 3 partite in tutto l’anno ma da ampia prova del suo valore. “Eroe” del quarto turno di finale di Coppa Italia con il Chievo, è protagonista assoluto anche nella debacle di Benevento, in cui il Verona esce con le ossa rotte ma non distrutte solo grazie alle strepitose parate di Silvestri. Qualora Nicolas dovesse essere ceduto, l’Hellas ha già in casa un portiere di assoluto affidamento.

Vukovic: arrivato a gennaio dall’Olympiacos per sostituire il partente Caceres, Vukovic si dimostra un elemento di indubbio valore per la difesa gialloblu. Ma nonostante la sua forza e la sua esperienza il destino dei gialloblu è segnato in partenza.

Danzi: lanciato nella mischia da Pecchia nella sfida salvezza contro il Sassuolo, il giovane capitano della Primavera classe 1999 dimostra talento e attaccamento alla maglia, cosa rara nel Verona di quest’anno. Una base da cui ripartire per il futuro.

Cassano: una provocazione, ma di certo non gli si può imputare il fatto di averci visto lungo.

FLOP

Pecchia: le colpe non sono imputabili tutte ad unico soggetto certamente, ma è evidente che Fabio Pecchia ci abbia messo molto del suo. L’incomprensibile gestione di Pazzini, Fares centravanti, Bessa fuori ruolo. Queste sono alcune delle “malefatte” del tecnico di Formia, che aveva sì a disposizione materiale tecnico di scarso livello, ma che poteva e doveva fare sicuramente di più. In simbiosi assoluta con il DS Fusco, viene lasciato solo dopo la sconfitta di Benevento.

Setti-Fusco: abbiamo deciso di valutarli insieme. A nostro avviso, Presidente e Direttore Sportivo sono i principali responsabili della catastrofica stagione dei gialloblu. La squadra costruita da Fusco, con l’avallo del Presidente Setti, è fin da subito apparsa troppo leggera, priva di uomini d’esperienza necessari a condurre una banda di ragazzini all’obiettivo salvezza. Capitolo Cassano: Fusco e Setti in quell’occasione ci hanno messo la faccia, ma l’errore di fondo è stato un altro, ossia aver puntato tutto su un ex giocatore, storicamente mai affidabile, e aver lasciato partire i vari Luppi e Siligardi, sicuramente più utili alla causa. Dulcis in fundo le dimissioni di Fusco e il mancato cambio di allenatore, quando ancora la situazione poteva essere raddrizzata.

Souprayen: l’amore tra il pubblico di Verona e il terzino francese non è mai sbocciato: quando le cose iniziano ad andare male, Souprayen diventa il primo obiettivo di tifosi e critica. Sempre presente nella passata stagione, il difensore ex Rennes e Digione perde il posto in favore di Fares. Autore di qualche grossolano errore costato caro al Verona (su tutti il gol del 2-1 a Cagliari all’andata), l’esperienza di Souprayen a Verona sembra finita qui.

Heurtaux: il difensore francese arriva a Verona dopo aver collezionato solo una trentina di presenze nelle ultime due stagioni a Udine. Da un giocatore esperto come lui ci si aspetta il salto di qualità per una difesa che ha sofferto molto anche nel precedente campionato di Serie B. Invece Thomas va più volte in difficoltà e commette molti errori veniali che costano caro alla squadra. Nella seconda parte di stagione, complice l’arrivo di Vukovic, non vede mai il campo.

Fares: richiesto da molte squadre nel mercato di gennaio e francamente non se ne capisce il perché. Ricopre quasi tutti i ruoli possibili, ma in neanche uno si evidenzia particolarmente. Sarà con ogni probabilità “sacrificato” nel mercato estivo.

Cerci: l’uomo che doveva fare la differenza non l’ha fatta, anche per colpe non del tutto sue. All’inizio fatica ad in ingranare anche complice la lunga inattività, ma nel momento in cui ritrova uno stato di forma accettabile si infortuna. Lo stop di tre mesi (anche dovuto agli errori dello staff medico) condiziona in negativo la sua stagione e quella dell’Hellas. Al rientro, anche a causa della scarsa condizione atletica, non incide.

Matos-Petkovic: zero gol in due per quelli che dovevano essere i rinforzi di gennaio. E stiamo parlando di due attaccanti. Inutile infierire.

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