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Football Manager 2019: Panoz racconta le novità a YSport

FOOTBALL MANAGER 2019 – Dietro il gioco di simulazione manageriale calcistica più famoso e venduto c’è un mondo tutto da scoprire. Quello che ogni anno impegna centinaia di appassionati per rendere il gioco il più realistico possibile.

Si studiano giocatori, si analizzano tattiche, si dibatte sulle valutazioni degli atleti, anche per ore, giorni, mesi. È il mondo della ricerca italiana di Football Manager. A guidare il tutto c’è lui, Alberto Scotta, conosciuto nella community di Football Manager come Panoz.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere a telefono con lui, e ci ha raccontato il percorso che lo ha portato, insieme a tutto il suo team, alla consegna del database italiano di Football Manager 2019 alla Sports Interactive.

Football Manager 2019: Panoz racconta le novità a YSport

Il nuovo Football Manager 2019 vi ha tenuto impegnati per tutta l’estate, ma partiamo dalle novità. Quella di cui si è parlato di più è l’introduzione del VAR. Cosa ne pensi?

“Ti rispondo prima genericamente. A me il VAR nel calcio reale non piace. Trovo che sia un qualcosa che uccide l’emozione. Esultare per un gol allo stadio non è più la stessa cosa. L’emozione arriva in differita, dopo il controllo dell’arbitro. Si perde il senso del gol, dell’esultanza genuina. Poi, c’è da dire che inizialmente è stata introdotta per evitare errori arbitrali, ma le discussioni esistono ancora e riempono le pagine dei giornali. In Italia, purtroppo, siamo legati alla cultura degli alibi. Se questa cominciasse a sparire sarebbe un bene per tutti. Per quanto riguarda Football Manager, invece, è una novità interessante. Ho visto che qualcuno l’ha criticata come se fosse un’aggiunta stupida, ma io la trovo carina. È un margine di errore in un gioco dove tutto è comunque valutato da un sistema affidabile. Si aggiunge realismo. Gli errori arbitrali esistono, da quest’anno anche in Football Manager”.

Per quanto riguarda i nuovi sistemi di allenamento?

“Sui sistemi di allenamento non mi concentro molto. Purtroppo per motivi di lavoro da un paio d’anni a questa parte gioco con Football Manager Touch, versione che consiglio a chiunque sia un po’ più avanti con l’età e non abbia tempo da dedicare al gioco completo. Mi diverto comunque, si mantiene la profondità delle tattiche, del calciomercato, ma è tutto più gestibile velocemente. Lo sforzo della Sports Interactive è enorme. Ogni anno si cerca di avvicinarsi ai metodi di allenamento reali. La SI si affida a consulenti e tecnici, in un campo dove ci sono sempre innovazioni”.

E le nuove tattiche?

“Quest’anno ho apprezzato molto l’introduzione dei mini video tutorial e delle animazioni sulle tipologie di stili di gioco. È un modo per spiegare i vari sistemi di gioco. Spesso ci si affida a stili conclamati e famosi, come il Tiki Taka, ormai conosciuto da tutti. Con le nuove schermate c’è la possibilità di conoscere gli schemi e le tattiche più disparate e scegliere il meglio per la propria formazione. Chi dovrà scegliere la tattica per la propria squadra avrà tanti strumenti a disposizione”.

Come avete inserito nel gioco la novità delle seconde squadre in Italia? Come sarà strutturata la Juventus Under 23 e, soprattutto, ci sarà la possibilità di crearne di nuove iniziando una carriera con un altro club?

“Purtroppo la questione è stata un po’ complicata. Non sappiamo ancora bene cosa succederà al format della Serie C nei prossimi anni. Questo ci ha bloccato nel pensare all’evoluzione delle seconde squadre. Nel gioco non possiamo prevedere fallimenti, mancate iscrizioni e format dei campionati fatti “ad capochiam”. Non ci sarà dunque la possibilità di iscrivere seconde squadre se inizi una carriera con un nuovo club. Ci sarà solo la Juventus Under 23, inserita per adesso come squadra affiliata. È una squadra a sé stante, ma i giocatori si muoveranno tra la prima squadra e la seconda liberamente”.

Sei l’head researcher di Football Manager in Italia ormai da anni. Come è stato lavorare quest’anno e su cosa vi siete concentrati di più?

“Il nostro lavoro si concentra in due fasi, noi le chiamiamo recap e task. La prima è basata sul resoconto della stagione appena conclusa. Ogni collaboratore si prende carico di una squadra e studia tutti i cambiamenti per l’anno successivo, dai giocatori alla società allo staff tecnico e così via. In questa fase c’è anche l’aggiornamento dei trasferimenti, con il calciomercato aperto. Per fortuna, con la chiusura anticipata di quest’estate, c’è stato più tempo per concentrarsi sulla seconda fase e l’abbiamo approfondita molto di più. Quest’ultima è relativa agli aggiornamenti di diverse aree: dagli arbitri alla formazione delle squadre, dagli ingaggi ai numeri di maglia. Non sono relativi a una sola squadra ma vengono presi tutti gli allenatori e si vanno a definire quali sono le loro tattiche preferite. Questo influirà molto nel gioco perché quando vai a giocare contro un Allegri piuttosto che contro un Sarri troverai avversari molto differenti. Ogni anno il nostro team si rinnova. Ai collaboratori storici si aggiungono nuovi “adepti”, tutti animati dalla stessa passione”.

Su Football Manager un calciatore viene valutato secondo “current ability” e “potential ability”. Quali sono i metodi di studio che utilizzate per dare una valutazione quanto più vicina alla realtà?

“Innanzitutto studiamo tutti i giocatori dalla Serie A alla Serie C. Riusciamo a coprire l’80% delle squadre. Fondamentale è avere aiutanti sul territorio, che abbiano seguito la squadra tutto l’anno. I cosiddetti “caposquadra”. Poi ci sono collaboratori storici che avendo una visione più globale dei vari campionati riescono a coprire i buchi e intervengono dove siamo scoperti”.

Football Manager è amato anche dagli addetti ai lavori. Negli anni tantissimi “wonderkids” si sono rivelati top player anche nel calcio reale. Su quali basi valutate la “potential ability” di un giovane e cosa influisce sulla decisione di farlo diventare un fuoriclasse in futuro?

“Usufruiamo di un task incrociato sui giovani. C’è chi si occupa dei vivai e chi segue i campionati giovanili. Da lì si stabiliscono i parametri. Ti faccio un esempio: da anni il vivaio dell’Atalanta è una fucina di giovani talenti, così come quello delle squadre portoghesi Benfica, Sporting Lisbona e Porto. I “regen” che verranno fuori da quei vivai potenzialmente saranno dei fenomeni, rispetto ad altri che vengono fuori da vivai di squadre minori e non attrezzate sulle strutture giovanili. Una volta stabiliti i vivai, listiamo tutti i giovani e un team apposito li valuta nell’insieme per decidere i valori e le caratteristiche. Sulla potential ability influiscono valori in numeri negativi che permettono di stabilire un range di abilità dove il calciatore arriverà se allenato bene. Le informazioni vengono trasmesse dal caposquadra a tutto il team, coadiuvato da esperti del settore. Negli anni abbiamo collaborato con “La Giovane Italia”, quest’anno anche con qualche tecnico proveniente dalla Federazione. Tutto sta nel seguire le partite dei campionati e delle nazionali giovanili. Da tutte le informazioni raccolte stabiliamo calciatore per calciatore il loro potenziale”.

Quali saranno i giovani italiani più forti quest’anno?

“Se per giovani intendiamo Under 21 assolutamente Federico Chiesa. Subito dopo Gigio Donnarumma. Saranno calciatori importanti sui quali investire tanti soldi. Se scendiamo un po’ l’età ce ne sono tanti altri. Uno è Sandro Tonali, attenzionato già come il nuovo Pirlo. Abbiamo guardato e riguardato le partite delle Nazionali Under 17 e Under 19. Consiglio Gozzi, centrale di difesa della Juventus, così come Fagioli, Portanova e Bellanova. Uno dei punti di forza di Football Manager è proprio scoprire giovani talenti nei vari vivai”.

Curiosità: avete alzato i valori a Piatek dopo l’exploit di questo inizio di stagione?

“Si. Abbiamo operato su di lui quando ha iniziato a mettersi in mostra. Lo abbiamo reso molto più forte. Sarà un calciatore sul quale puntare nel gioco”.

Intorno a Football Manager nascono ogni anno tante community di appassionati. Il tuo FM Italia.it ne è un esempio, ma sul web se ne trovano a bizzeffe. Tra le più interessanti c’è “Diventa un Calciatore” di Progetto Gaming, di cui entrambi facciamo parte. Cosa ne pensi del mondo degli E-Sports?

“Diventa un calciatore” è un progetto molto bello. Nutro grande stima per Filippo Ballarini e per tutto quello che è Progetto Gaming. Laddove vedo l’entusiasmo per cercare di fare qualcosa di nuovo, a prescindere, sostengo. Finché sarà la passione a muoverli sarà un progetto da seguire. E loro la passione ce l’hanno. È un inizio, spero possa arrivare lontano e crescere sempre di più. Per quanto riguarda gli E-Sports, invece,  ti dico che al momento è un grande punto interrogativo. Sembra una bomba che può esplodere da un momento all’altro. Probabilmente manca il collante tra il mondo reale e quello degli E-Sports. Ha una forte presa sui giovani, i più vicini alle realtà videoludiche, ma per diventare di massa servirebbe l’aiuto di testimonial d’eccellenza. Immagina un Ibrahimovic testimonial del mondo E-Sports ad esempio. La butto lì. C’è da dire, però, che gli E-Sports più conosciuti non sono quelli relativi al calcio”.

Grazie mille per la disponibilità, Alberto.

“Grazie a te Aldo e un saluto a tutta la redazione di YSport”.

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