“…E il naufragar m’è dolce in questo mare.” Chi lo avrebbe mai detto, fra i banchi di scuola, che una delle liriche più importanti della poesia Italiana di Giacomo Leopardi, l’Infinito, avrebbe addirittura aiutato a descrivere alla perfezione, metaforicamente, la condizione in cui versa una squadra di calcio.
Il verso finale con cui abbiamo voluto aprire la nostra analisi, può identificarsi tranquillamente in quello che è il momento attraversato da un Benevento “leopardiano”, perso nell’Idillio di una serie B dall’altalenante serenità. Naufragato, da due giornate, dolcemente e quasi d’improvviso, come fermo a contemplare qualcosa di infinitamente bello che già sembrava facilmente raggiungibile e che nulla avrebbe potuto portare via.
E in questo stato mentale di inebriante sensazione, il Benevento ha iniziato a perdere, quasi non accorgendosene, quasi per inerzia, la luce che porta a quell’infinito, a vedere concretamente cosa c’è oltre la siepe e non solo a pensieri o semplici parole. Perché fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Ci sono di mezzo narcisismo, eccessiva e non giustificata convinzione della propria forza e poca inclinazione alla battaglia, gli elementi simbolo di un “naufragio” che tanto dolce non è, anzi è salatissimo.
Perché il mare dove affogano i pensieri è quello della serie B, acque tanto clementi nel darti possibilità di risalita, quanto viscide e insidiose nel farti sprofondare. Perché è vero che il Benevento si trova a soli 3 punti dalla zona promozione, è vero che siamo solo all’inizio, ma da una eventuale posizione di vertice che poteva essere raggiunta in caso di vittoria contro il Pescara, si è passati addirittura da uscire dalla zona playoff. Posizione che potrebbe essere ancor di più peggiorata, prima che le luci si accendano per il posticipo di Lunedì 22 Ottobre al Ciro Vigorito.
Non si prendano queste parole come portatrici di allarmismi o destabilizzazione; sono semplicemente considerazioni che alla luce di due prestazioni oggettivamente deludenti e ben oltre il mero aspetto del risultato, vanno analizzate. Perché il Benevento ha dimostrato di essere squadra importante è ben attrezzata per provare a sognare e tutto ciò non deve essere gettato al vento per carenze mentali o per superficialità. La superiorità va dimostrata, costantemente, in campo. Non a chiacchiere o nelle interviste pre e post partita.
Tuttavia, è bene sempre ribadire che i giallorossi non erano fenomeni prima (dopo 10 punti in 4 partite conquistati) e non sono dei brocchi ora in un campionato, che al netto di ciò che fanno trasparire le rose sulla carta, è più equilibrato di quanto si possa pensare. A maggior ragione in un periodo difficile come l’ultimo attraversato è bene mantenere equilibrio e calma, ancora nulla è compromesso, a patto che ci sia una svegliata generale e collettiva. Tutto ciò che addetti ai lavori e tifosi si auspicano di vedere nel prossimo match. Avversario di turno e “siepe” necessariamente da superare, il Livorno di mister Lucarelli, ultimo in classifica con 2 punti racimolati in 6 gare, con 4 reti segnate e 11 subite.
Partita simile a un’arma a doppio taglio; se è vero che potrebbe essere la classica gara della ripartenza, la paura più grande e l’errore più grave che possa commettere il Benevento è quello di riapprocciare al match con supponenza e superficialità, convinto di poter riprendere il cammino con una sfida da vincere in scioltezza. Per far sì che ciò accada è necessario rivedere in campo il Benevento volitivo e affamato del derby con la Salernitana, quello compatto e cinico delle trasferte di Venezia e Verona, quello battagliero del secondo tempo con il Lecce. Questo, per quanto riguarda l’aspetto mentale.
Passando a quello tecnico, e soprattutto tattico, il Benevento ha ancora tanto da lavorare. Innanzitutto nel trovare un’identità: è cosa positiva dare possibilità di giocare e di contribuire alla causa a più giocatori possibili, ma è pur vero che una base, uno zoccolo duro da cui essere sicuro di ripartire per un lotto di partite sono fondamenta che vanno stabilizzate al più presto.
Da qui è lecito aspettarsi un miglioramento anche sotto l’aspetto tattico, per una squadra che ancora dimostra e in maniera accentuata, gravi problemi a livello difensivo, (d’altra parte ha solo un gol subito in meno dello stesso Livorno) con un centrocampo poco dinamico in fase di non possesso e con marcati errori di posizionamento, passepartout per inserimenti fra le linee degli avversari.
Benevento, non è più dolce naufragar in questo mare.
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