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Analisi Milan-Atalanta 2-2: i cambi del Gasp salvano la Dea, difesa imprecisa

Doveva essere la partita della verità per l’Atalanta. Gara dove i nerazzurri dovevano tirare fuori la grinta, ma soprattutto gli occhi della tigre per portare a casa un risultato positivo. I bergamaschi sono riusciti nell’intento? Sì e no. Certo, strappare un 2-2 in casa del Milan è oro, ma è chiaro che la Dea non è ancora uscita completamente dal tunnel. Non perdiamoci in chiacchiere e mettiamo in evidenza gli aspetti positivi (l’azzurro) e quelli negativi (il nero) del match di San Siro.

L’AZZURRO DI MILAN-ATALANTA

CAMBI DECISIVI – Questa volta i cambi sono stati decisivi per quanto riguarda l’andamento del match: dentro Zapata e Rigoni, fuori Barrow e Pasalic. Con l’ingresso del colombiano il Milan è stato costretto ad abbassarsi; subendo gli attacchi dell’ex Sampdoria che continuava a pressare come si deve sul portatore di palla, usufruendo anche del suo fisico per farsi strada in area di rigore: lui è andato più volte al tiro. Per quanto riguarda invece l’argentino, oltre al tap-in decisivo per il pareggio nerazzurro, ha dato finalmente qualità in attacco utilizzando la sua velocità e la sua agilità per servire palloni all’interno dell’area di rigore; si faceva vedere anche sulla fascia per poi tagliare verso l’interno.

APPROCCIO NEL SECONDO TEMPO – Nella ripresa, grazie ai cambi effettuati a fine primo tempo, l’Atalanta ha ritrovato quella grinta e quella cattiveria che serviva per salvare il risultato. Per raggiungere quel risultato positivo, bisognava tirare fuori gli occhi della tigre: Gomez e Rigoni sfruttano la loro agilità, De Roon non si arrende mai e Duvan Zapata usa il suo fisico per andare al tiro; quest’ultimo autore di una partita straordinaria: un assist, tenta più volte la conclusione in porta, ma soprattutto ha tanta fame; specialmente nel momento in cui effettua una corsa di 70 metri per recuperare il pallone in difesa. Certo, la Dea non è ancora uscita dal tunnel, ma i nerazzurri hanno dimostrato che la grinta c’è, e il punto conquistato a San Siro ne è la chiara dimostrazione.

IL NERO DI MILAN-ATALANTA

MUSA STONATA A SAN SIRO – Una delle note negative del match è stata sicuramente la prestazione di Musa Barrow: il gambiano non è mai riuscito ad entrare in partita; tanto da essere sostituito alla fine del primo tempo. Ora come ora, non è in grado di fare il titolare in attacco accanto a Papu; il ragazzo deve ancora crescere. Purtroppo il numero 99 atalantino non ha iniziato bene la stagione: troppe occasioni sprecate e un fisico ancora non abbastanza solido per giocare in quella determinata maniera. Staremo a vedere come si evolverà Musa nel corso della stagione.

BENE, MA NON BENISSIMO – Il primo tempo giocato ieri sera è troppo brutto per essere vero: senza grinta, ma soprattutto senza fame. In campo c’era una squadra che non sapeva cosa fare, e vedere Papu e compagni senza quello sguardo (gli occhi della tigre) ha rappresentato un campanello d’allarme non indifferente. Con l’ingresso dei nuovi la musica è cambiata, e il motivo è molto semplice: hanno molta più fame e di conseguenza le loro qualità vengono fuori al meglio. La Dea deve avere in campo gente motivata, ma soprattutto affamata e non con lo stomaco pieno. Nel secondo tempo si è rivista quella fame, ma essa deve essere sempre presente; indipendentemente dal risultato.

“L’EGOISMO” DI PAPU GOMEZ – Contro il Milan, il numero 10 atalantino è stato protagonista con il gol del momentaneo 1-1, e con alcune giocate in attacco; forse troppe. Ieri sera il ragazzo tendeva molte volte all’azione personale che a servire i suoi compagni di squadra. Ovvio che l’argentino, per le caratteristiche che ha, può permettersi di andare più volte all’uno contro uno, ma non può non passare mai la palla ai suoi compagni di reparto. Ieri sera è capitato di vedere Papu cercare sempre di saltare l’uomo anche quando non serviva. Il capitano nerazzurro deve fare più affidamento sui suoi compagni; sempre disposti a dargli una mano.

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