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Coronavirus-Calcio, Gravina: “Non firmerò mai per il blocco dei campionati”

CORONAVIRUS – Prosegue il dibattito in vista di un’eventuale ripresa delle attività sportive e dei maggiori campionati italiani: da un lato, il Governo sembra spingere per una sospensione definitiva, mentre il Presidente Gabriele Gravina è pronto a fare di tutto per riavviare almeno Serie A e B, al fine di non bloccare completamente il sistema calcio.

Il numero uno della FIGC è stato ospite in serata di un meeting online organizzato dall’Ascoli Calcio, “Cresciamo insieme”, durante il quale ha ribadito la sua posizione in merito all’attuale situazione: “Finché sarò presidente della FIGC, non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Io sto tutelando gli interessi di tutti, quindi, ripeto, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti. Il tempo lavora a nostro favore, il danno economico è diviso per categorie: con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro, se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni, se si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, anche se quest’ultima ipotesi non è percorribile.

”Noi abbiamo forti responsabilità contrattuali verso partner e istituzioni internazionali, – ha precisato Gravina – UEFA, FIFA. In Francia è il Governo che ha stabilito ciò che doveva fare la Federazione. Il Paris Saint-Germain, ad esempio, ha detto subito di aver perso 200 milioni dopo l’annuncio della chiusura del campionato ed al momento non sa se riuscirà a partecipare alle coppe europee. Vi immaginate quanti contenziosi dovremmo affrontare in caso di stop? Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga, io rispetterò sempre le regole. Sento dire che dobbiamo aspettare il contagio 0 e il vaccino. In questo modo in pratica ci stanno dicendo che non potremo disputare neanche il campionato 2020/2021. Ai calciatori con famiglie cosa diremo? Che magari per i prossimi 2-3 anni dovranno cambiare mestiere? Ribadisco ancora una volta il concetto: io la firma su un blocco del campionato non la metterò mai”.

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