Cleopatra, una passione tramandata di padre in figlia: dalla passione a un sogno da realizzare

Sono una donna e ho un sogno, diventare una giornalista sportiva. Al giorno d’oggi si pensa che questa professione sia solo ad appannaggio degli uomini, concezione erronea a mio parere, deriva da una società che negli anni è deteriorata sfociando in una dimensione che è molto lontana dalla meritocrazia della quale la stessa costituzione italiana parla.

Il mio nome è Cleopatra Terracciano vengo da Pomigliano d’Arco, ho vent’anni e penso che per raggiungere un sogno la prima cosa che serva è la passione.

La mia passione inizia a nascere all’età di nove anni, quando, piuttosto che giocare con le bambole, la domenica sedevo sul divano con il mio papà e osservavo alla televisione, quasi affascinata, le partite di calcio. Sono sempre stata una bambina curiosa e come ogni bambina che si rispetti iniziai a porre tantissime domande: “Perché quei signori hanno la maglia azzurra? Perché hanno fischiato? Perché? Perché?…

Grazie alla pazienza del mio papà, che rispondeva con calma alle mie infinite domande e che apprezzava moltissimo questa mia curiosità, il calcio è diventato il mio sport preferito e il Napoli la mia squadra del cuore.

Posso dire che da allora sedere sul divano di fianco a mio padre e guardare le partite del Napoli era diventato quasi un rituale. La mia conoscenza per questo sport cresceva ogni giorno di più, mio padre divenne per me, non più solo un mentore, ma un amico con il quale condividere una grande passione.

Oltre ad essere una bambina curiosa crescendo sono diventata una ragazza anche abbastanza socievole e logorroica, ho sfruttato questo mio lato del carattere per dare forma al mio sogno iniziando a lavorare come speaker e giornalista per la mia scuola superiore. Ad oggi posso dire che grazie soprattutto a YSport sono ad un buon punto dell’opera e continuerò ogni giorno a lavorare sodo per crescere professionalmente e completarla. Un ringraziamento speciale voglio dedicarlo a mio padre, che pur non essendoci più mi ha lasciato una grande eredità: una passione da continuare a coltivare e una squadra, il Napoli, da continuare ad amare.

Scrivere e parlare di calcio per trasformare la mia passione in un vero e proprio lavoro, per sfatare questo mito che le donne e questo sport non andranno mai d’accordo, per parlare e raccontare di uno sport che per 90 minuti ti fa estraniare dal mondo e le sue preoccupazioni, ti regala emozioni inspiegabili e ti fa sognare ad occhi aperti.

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