YTalk Avellino 22 ottobre 2018: intervista a Carlo Musa e Andrea Catalano

Riparte YTalk Avellino, la trasmissione social-oriented dedicata alla comunità dei tifosi di Avellino YSport. Ospiti della prima puntata andata in onda ieri dal 35millimetri, il direttore sportivo dell’Avellino Calcio Carlo Musa e lo speaker della Scandone Avellino Andrea Catalano.

YTalk Avellino 22 ottobre 2018: intervista a Carlo Musa e Andrea Catalano

Non sono mancate le battute dei Troll Avellino, alle quali il ds Musa si è approcciato con ilarità. Tanti gli argomenti trattati, dalla vittoria con il Lanusei alla prossima sfida con il Flaminia, e tanto tanto mercato.

Sulla vittoria contro il Lanusei: “Non abbiamo giocato bene, ma era importante tornare a vincere dopo la sconfitta di Fregene. È stata una settimana particolare. Dobbiamo meditare su ciò che abbiamo sbagliato, ma siamo tornati in testa insieme al Trastevere. Andiamo avanti e lavoriamo. La figuraccia di Fregene? Ho visto i ragazzi un po’ contratti inizialmente. Quando perdi 4-1 fuori casa non è mai facile riprendere il cammino, incontravamo la prima della classe, anche se non ha tanto blasone è un undici che ha un’ottima organizzazione di gioco”.

Sul Flaminia: “Ci aspetta una trasferta insidiosa, è una squadra che temo. Hanno comprato due giocatori, tra cui un ex Avellino, Abate. Dobbiamo dimostrare di aver capito gli errori di Fregene. Lì siamo stati presuntuosi, non abbiamo battagliato l’aggressività della squadra avversaria. Le nostre occasioni a Fregene le abbiamo avute, ma siamo stati poco combattivi”.

Solo una volta porta imbattuta in questo inizio di stagione: “Non credo ci sia un problema difesa. Contro il Lanusei abbiamo fatto bene, le colpe non sono mai della retroguardia ma di tutta la squadra. Dobbiamo migliorare in condizione e meccanismi difensivi. Dobbiamo dare più certezze”.

All’Avellino manca un vice Matute: “Le caratteristiche di Kelvin non le ritroviamo in altri giocatori. A dicembre vedremo se saremo capaci di inserire un calciatore che possa sostituirlo. Sono fiducioso anche nelle qualità di Acampora e Buono. Hanno le qualità per giocare in questo Avellino”.

Sugli under: “Stanno facendo bene, si stanno ambientando. Quando parli di giovani può succedere come a Fregene. Chi ha confermato le aspettative? Tribuzzi sta facendo molto bene, anche se ha già esperienza. E poi Parisi, ma non si deve cullare. La trattativa che lo ha portato qui? Era ai margini del progetto tecnico della Primavera del Benevento. Ho saputo questa cosa e mi sono fiondato sul ragazzo. Lui è di Serino, appena l’ho chiamato ci ha raggiunto subito a Sturno. Anche la famiglia era molto contento”.

Su Tribelli del Cassino: “Buon giocatore, è un esterno importante. Ha messo in difficoltà Parisi più volte”.

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Sull’ambiente calcistico avellinese e i tifosi: “Prima di venire qui non lo conoscevo. Avevo sentito parlare della tifoseria. Appena mi hanno chiamato ho visto dei video… Mi piace molto il coro “e gireremo tutto lo stivale…” speriamo di cantarlo tutti insieme più avanti”.

Gli interventi sul calciomercato di dicembre, capitolo portiere e difesa: “Crediamo in Lagomarsini, uno tra i più bersagliati ma contro il Lanusei si è già riscattato. Ha delle qualità importanti e lo dimostrerà. Non interverremo in porta. In difesa e a centrocampo c’è bisogno di una persona in più a livello numerico. Se metti un po’ di qualità dai più soluzioni al mister. Ci stiamo pensando. Il mercato di dicembre va fatto con attenzione, non va rovinato l’equilibrio interno. Dietro servono giocatori che facciano della cattiveria la loro arma più importante. Morero ha dimostrato ieri di essere un calciatore fondamentale per questa squadra. Sono contento del nostro capitano. Dondoni e Mikhailovskiy? Stanno lavorando, non mi sento di gettargli la croce addosso. Diamo fiducia a questi ragazzi. Se arriveranno giocatori da Primavere di Serie A? È un campionato che valutiamo per prendere qualcuno. Gli over che arriveranno avranno già esperienza in Lega Pro? Lì bisogna trovare calciatori che riescano a calarsi nel campionato di Serie D, altrimenti rischi di fare brutte figure. Non escluderei qualche arrivo di calciatori che conoscono la categoria. Per noi è importante arrivare a maggio/giugno e aver fatto il nostro lavoro. Per le prossime categorie ci sarà tempo”.

Su Michael Ventre: “È un calciatore che ha delle grandissime qualità. Forse è il più dotato tecnicamente. Ha dei numeri in allenamento che non si vedono. Mi è piaciuto molto il suo ingresso in campo. Sta migliorando molto sotto l’aspetto della prestazione in fase di non possesso palla. Ha fatto fatica ad entrare in questo gruppo a livello di intensità per ciò che richiedere Graziani, ma si sta dando da fare”.

Sul rapporto con Archimede Graziani: “Il mister ha un suo modo. Lo stiamo scoprendo. È diretto, particolare. Ha una forte personalità, anche all’interno dello spogliatoio. Si fa sentire. Ognuno di noi ha un suo modo di essere e di lavorare. Bisogna essere bravi a capire i momenti. In quei momenti, il mister ha ritenuto opportuno fare forzature con la stampa. Il comportamento che ha avuto con Lagomarsini sta dando i suoi frutti. Ho un buon rapporto con lui, c’è un confronto continuo. Abbiamo analizzato la partita con il Lanusei, abbiamo parlato del Flaminia. Si è creato un bel rapporto”.

Sull’episodio arbitrale che ha coinvolto Matteo Gerbaudo: “Ci è rimasto molto male per quello che è successo. L’arbitro non rappresenta però un alibi. I punti che abbiamo ce li siamo meritati. Contro il Lanusei ho visto una mancanza di comunicazione tra la terna, ma può accadere tra arbitri giovani. Chi viene al Partenio poi può subire anche una certa pressione. Non mi sento di dire che chi venga qui vuol fare il protagonista”.

Sul lavoro di Pietro La Porta: “Aver raggiunto 16 punti è un grande risultato. La squadra non soffre, ma finisce anche in crescendo. Abbiamo offerto grandi prove atletiche, tranne a Fregene”.

La reazione alla chiamata di Nicola Alberani all’arrivo ad Avellino: “Non pensavo fosse uno scherzo (ride ndr). Un dirigente si crea un percorso, come un calciatore, per arrivare a un obiettivo finale. L’ho presa con molta calma, lo dissi anche il primo giorno. Per tanti sembrerà strano. È normale che Avellino non è come una piazza di Serie D normale. Ho avuto una grande fortuna qui, avere uno staff importante e collaboratori preziosi che mi stanno agevolando il lavoro”.

Sul girone G di Serie D e gli obiettivi stagionali: “Bisogna ancora capire bene le gerarchie. Siamo tante squadre in pochi punti. Sono uno dei pochi che in questa città conosce il girone. Ci sono davvero squadre importanti, non lo dico per far sembrare il mio lavoro più difficile. Quando andiamo a giocare in questi piccoli campi di provincia, come quello di Fregene e quello che troveremo mercoledì, troveremo squadre che vendono cara la pelle. Visioniamo le avversarie, anche con supporti video ci sono persone nelo staff che visionano gli avversari. Siamo la Juve della D? Il Partenio sembra un museo per le avversarie. Tutti cercano di giocarsi la partita della vita. È un aspetto su cui dobbiamo lavorare. Non ci regalerà niente nessuno. Serviranno le fatidiche sette camicie per fare punti. Il girone del Bari? È più difficile a livello ambientale, ma tecnicamente non ha il valore del nostro girone”.

Come si è appassionato al ruolo di direttore sportivo: “Ho iniziato a 21 anni. In un paese vicino casa mia. Ho sempre avuto la passione per il calcio. Andare a vedere con papà le partite delle squadre, l’album delle Figurine. Ero più attento a studiare il campo che ai giocatori. Ho avuto un piccolo infortunio e ho smesso con la “carriera” da giocatore. Da lì è nata la passione per il ruolo di Ds. Tante giornate passate sui campi di provincia e corsi”.

Una promessa per i tifosi nel finale: “Faremo di tutto per arrivare in fondo, al massimo. Prima di venire qui pensavo a questa cosa. Tutti chiedono la vittoria del campionato. Non mi soffermerei sulla vittoria del campionato. Penserei molto alla progettualità. Visto il passato è importante creare le fondamenta”.

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