Giugliano YSport, la Storia del tifoso Giovanni Di Rocco

I microfoni di Giugliano YSport hanno intercettato l’ex difensore del Giugliano, oltre ad essere uno stimatissimo tifoso e una stimatissima figura nel paese, Giovanni Di Rocco.

Di seguito vi proponiamo il racconto-intervista (integrale) di Antonio Trametta, che sulla pagina Facebook “Giugliano YSport” sta portando avanti ottimamente la rubrica “Com’è nata la mia passione per il Giugliano Calcio“.

La passione per il Giugliano per Di Rocco è nata una decina d’anni fa. Mentre lui giocava a Carrara, il direttore Maglione lo va a trovare e gli chiede di andare a dargli una mano con il Giugliano, in una squadra di ragazzini che aveva bisogno di una persona esperta. Così Giovanni accetta, a patto di finire la stagione a Carrara in C2. Un anno sfortunato per la squadra toscana che retrocesse, e anche per Giovanni che dovette star fermo per un anno prima di approdare a Giugliano. A Giugliano Giovanni Di Rocco resta due anni, arrivando addirittura a prendere parte ai play-off il primo anno, con la squadra allenata dall’ex Napoli Porta, dove poi perse in finale con il Gela. Quelli furono gli ultimi due anni di una grande carriera chiusa per limiti di età (36 anni, ndr) che andavano ad aggiungersi ai continui problemi fisici.

Nel mondo giuglianese Giovanni ha avuto un bellissimo rapporto con la caldissima tifoseria dei tigrotti, che ha lasciato un bel ricordo in lui che reputa sempre buono per un calciatore trovarsi in un ambiente così passionale, e in una città che aveva fame di calcio dopo quello che successe un paio di anni fa con la cancellazione da tutti i campionati. Inoltre, in squadra ci sono due vecchi amici e compagni di squadra di Giovanni come Castaldo e Del Grande che quando erano in squadra con Di Rocco erano giovani. Il secondo era agli inizi, mentre il primo era già un giocatore importante all’epoca.

La partita che ha lasciato maggiori emozioni a Giovanni è sicuramente il derby a Cava dei Tirreni, con la Cavese vinto 2-0, in una partita complicata dove il Giugliano vinse contro ogni pronostico, e fece partire una striscia di risultati positivi consecutivi. Ma l’emozione di un incontro non era paragonabile a quella che Giovanni provava nel sentire il coro a fine partita che facevano i tifosi: “zumbe zumbe uaglio’”, secondo lui quello era il massimo a cui un calciatore poteva aspirare, ovvero vedere la passione che la gente ci metteva.

Di Rocco non ha mai vissuto l’emozione del derby con la Puteolana, ma sicuramente non porterà alcun rimpianto, avendo vissuto scontri altrettanto importanti come con la Juve Stabia ad esempio. E grazie a questa esperienza Giovanni ci può spiegare come ci si sente a vivere delle partite cosi importanti, partite che si preparano “da sole”, sentendo già nell’aria che si respira che è una partita importantissima.

Secondo Giovanni di Rocco l’Eccellenza non si addice ad una città, come detto in precedenza, affamata di calcio. che per la sua importanza e per il gran numero di abitanti fa invidia a parecchie società che militano in questo momento in Serie B se non addirittura in Serie A. Però chissà che la teoria dei piccoli passi non sia di buon auspicio, anche se il girone in cui ci si ritrova non è di buon auspicio, viste le squadre che hanno speso fior di milioni per puntare sin da subito ad una categoria superiore.

Se a Giovanni viene chiesto a quale giocatore affidarsi per una rapida risalita, lui continua a citare i suoi grandi amici Del Grande e Castaldo, a cui è particolarmente legato, per averci giocato un paio di anni insieme. Il secondo per l’attaccamento alla maglia, il primo per la tanta esperienza.

Giovanni è anche molto favorevole alla “regola degli Under” reputandola una politica giusta formare qualcosa dalle basi con i giovani, inserire i più esperti lì dove ci sarà necessità. Lui che con i giovani ci ha lavorato e ha avuto a che fare, sarebbe un sogno poter vedere qualcuno dei suoi vecchi ragazzi dove ha lavorato insieme al direttor Perrotta, in prima squadra, e riuscire in quello che lui è riuscito solo a sfiorare: la vittoria finale. E poi saremo tutti pronti a saltare, appena si sentirà “Zumb zumb uagliò, curr curr uagliò!