Analisi Venezia-Benevento 2-3: “La mia Banda Suona il Rock!”

La mia Banda suona il Rock!. Cantava così in un suo celebre brano Ivano Fossati. E un “rock bambino, soltanto un po’ latino” è quello che ieri hanno suonato nell’atmosfera magica della laguna un super “pippobanda” , nome social di Filippo Bandinelli, e Andres Tello, portando grazie alle loro marcature, la banda Benevento a conquistare i primi tre punti della stagione sul campo ostico di Venezia.

Manca ancora qualche cosa per far diventare “orchestra” la truppa di Bucchi, qualcosa da rivedere sicuramente per quanto riguarda la fase difensiva, con ancora qualche “stonatura”di troppo per un complesso che ambisce ad altissimi livelli, ma la strada generale è quella giusta, di una banda armoniosa che diverte, segna tanto e soprattutto porta a casa punti pesanti.

Quarantacinque minuti di alto livello, uno spettacolo che offre nel primo tempo la parte migliore dei giallorossi. Schieramento collaudato, 4-3-3 con Puggioni fra i pali (ieri grande protagonista), Maggio, l’inedita coppia Volta – Billong e Letizia che prende il posto di Di Chiara. A centrocampo Viola, con ai lati Tello e il debuttante Bandinelli, chiamato a sostituire un acciaccato Nocerino che va in tribuna. In avanti spazio a Ricci a discapito di Insigne, Coda e Improta.

Il Benevento è concentrato e si vede. Dopo una prima fase di studio, i sanniti prendono campo e progressivamente costringono il Venezia a schiacciarsi nella propria metà campo. Il logico vantaggio arriva al minuto venticinque: cross ben operato dalla destra di Ricci, difesa del Venezia troppo schiacciata verso la porta, ben appostato c’è Filippo Bandinelli pronto per il primo assolo della serata che impatta il pallone al volo con il piattone sinistro, incrociando e mettendo alle spalle di un incolpevole Lezzerini. 0-1, esplode il settore ospiti.

Venezia stordito e con poche idee, riesce a farsi pericoloso soltanto in situazioni di calcio da fermo. Puggioni è bravissimo a sventare due belle punizioni di Bentivoglio. Manovra del Benevento più fluida e qualitativamente migliore. Come di assoluta qualità è la rete che porta al raddoppio della strega: sempre lui, sempre Bandinelli. Appoggio di Coda, palla che giunge ai 25 metri sul sinistro del centrocampista giallorosso che di prima intenzione scaglia una stoccata di sinistro che termine sulla parte bassa del pallo e si insacca in rete. 0-2 e Benevento che sembra padrone del match. Ci sarebbe anche l’opportunità in contropiede allo scadere del recupero per lo 0-3, ma Tello dopo una corsa partita dalla sua area di rigore non calcia in porta e stanco non riesce ad essere incisivo.

Il secondo tempo si apre subito col botto; passano quattro minuti e il Venezia riesce ad accorciare le distanze grazie a Geijo che in area di rigore è il più lesto di tutti e insacca il tap in, dopo il colpo di testa di Modolo miracolosamente respinto da Puggioni, che riporta in partita i lagunari. Non perfetta qui la retroguardia Beneventana; Volta sbaglia il tempo per lo stacco e non arriva sul pallone, Billong  rimane fermo a guardare Geijo che lo brucia. Ma passano solo due minuti e il Benevento con un’altra grande azione ristabilisce le distanze; sponda di Coda, si inserisce Bandinelli, sempre lui,che con una grande giocata nello stretto trova il corridoio per conquistare il fondo, palla perfetta all’indietro che taglia fuori la difesa arancio-verde, arriva a rimorchio Tello che di piattone gela il Penzo e fa esplodere di nuovo i tifosi giallorossi.

Finita? Nemmeno per scherzo. Il Benevento inizia ad accusare un po’ di stanchezza, normalità per una squadra appena alla seconda partita di campionato e ferma in gare ufficiali da quasi tre settimane a inizio stagione. Si rivedono un po’ le note negative viste nel primo match con il Lecce. La squadra inizia ad accumulare troppa distanza fra i reparti, spazi in cui riescono a far breccia i giocatori del Venezia che meglio fisicamente iniziano ad impensierire seriamente la retroguardia sannita.

Stanchezza che annebbia le idee e le giocate e che fa cadere Maggio in un errore che poteva costare caro. Di Mriano si infila alle sue spalle, il capitano della Strega è in ritardo ma non rinuncia ad intervenire in scivolata in piena area. Rigore e arbitro che grazia il terzino, già ammonito, per una doppia sanzione che poteva anche essere data. Citro dagli undici metri è freddo e non sbaglia.

Da qui Il Benevento prova a controllare la gara, entra Del Pinto per cercare di tamponare in fase difensiva le ripartenze dei lagunari e dare ossigeno a un centrocampo che iniziava a faticare anche in fase di uscita. Entrano anche Buonaiuto che rileva uno stanchissimo Improta e Asencio per Coda, nel tentativo di guadagnare campo e far rifiatare la squadra.

Il Benevento, che non perde le sue spiccate caratteristiche offenisve, va vicino anche al 2-4 ma rischia clamorosamente di subire il 3-3 quando all’ultimo secondo Di Mariano sprinta sulla destra e mette in area di rigore una palla meravigliosa per Marsura che impatta male, con Puggioni che miracolosamente si trova la palla fra le mani.

È un Benevento che diverte, dallo spiccato gioco offensivo, che sa regalare momenti di gran calcio alternati però a momenti di troppa sofferenza. Molto, e questo è un dato di fatto, incide la condizione fisica. Ma sarà comunque importante limare dei meccanismi difensivi che ancora sembrano arruginiti, soprattutto per quelle partite in cui non sempre si riescono a realizzare tre reti e dove l’inviolabilità della propria porta può risultare fattore determinante per portare a casa punti fondamentali.

Per il momento ci teniamo questo Benevento “garibaldino”, vivo, compatto e determinato nel raggiungere il risultato. La laguna si è tinta di giallorosso.

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